Ucraina, Mattarella: «Pace non vuole dire sottomissione»
«La pace non vuol dire sottomissione». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ribadendo un concetto espresso in più occasioni, a partire dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio del 2022: l’auspicabile conclusione del conflitto non può tradursi in una resa di Kiev. «Siamo alla ricerca di una conclusione a questa sconsiderata avventura russa contro l’Ucraina ma la pace non vuol dire sottomissione e abbandono dei principi di dignità di ogni Stato e del diritto internazionale», ha detto il capo dello Stato, incontrando a Berlino l’omologo tedesco, Frank-Walter Steinmeier. Presente anche il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Tra i temi affrontati, anche i flussi migratori: «È al centro dell’attenzione, dei governi e delle pubbliche opinioni. E si è alla ricerca di come poter governare questo fenomeno epocale. Come poter governarlo in maniera ordinata», ha osservato il presidente della Repubblica. «Ci sono diverse iniziative prese dai governi e ne segnalo alcune: alcune associazioni industriali organizzano corsi di formazione per i paesi africani. È una forma positiva di indirizzo. Risolveremo il problema quando saremo capaci di avere ingressi regolari, togliendo dalle mani dei trafficanti il mercato umano», ha concluso il capo dello Stato.