Medio Oriente, spiccati dalla Corte Penale internazionale mandati di arresto contro Netanyahu e Gallant
La Corte penale internazionale (ICC) ha emesso oggi un mandato d’arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e contro l’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant (sono state inoltre fatte richieste per alcuni esponenti di Hamas). Stando alla decisione, i 124 Stati che aderiscono alla Corte (tra questi non Israele) hanno l’obbligo di arrestare Netanyahu o Gallant nel caso in cui si recassero nei paesi interessati. «Israele respinge con disgusto le azioni e le accuse assurde e false contro di lui da parte della Corte penale internazionale», afferma l’ufficio del premier israeliano. «Questo è un giorno buio per la giustizia. Un giorno buio per l’umanità», ha commentato su X il presidente israeliano, Isaac Herzog. Anche l’attuale ministro della Giustizia israeliano, Israel Katz, si è espresso sulla vicenda: «La decisione della Corte Penale Internazionale dell’Aia di emettere mandati di arresto contro Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Gallant è una vergogna morale, interamente contaminata dall’antisemitismo e trascina il sistema giudiziario internazionale a un livello di bassezza senza precedenti. Questa vergognosa decisione è al servizio dell’Iran, la testa del serpente, e dei suoi proxy». «Continueremo a difendere i cittadini di Israele con determinazione e orgoglio, opponendoci a chiunque cerchi di minare il nostro diritto all’autodifesa», ha quindi aggiunto Katz. Da parte sua, Hamas ha fatto sapere di accogliere «con favore» la decisione della Corte penale internazionale.