Libano, scatta il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah
Dalle prime ore di questa mattina è entrato in vigore il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, mediato da Stati Uniti e Francia. Ora la speranza, auspicata innanzitutto da Washington, è che la tregua in Libano possa essere il viatico a una più estesa fine delle ostilità a Gaza. Hamas si è detto «pronto» ad un cessate il fuoco, riportano diversi media, mentre la comunità internazionale plaude all’iniziativa, esortando le parti a rispettare l’intesa. Annunciando le motivazioni che hanno spinto il governo ad accettare la soluzione, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha anche affermato che «se Hezbollah viola l’accordo e tenta di riarmarsi, colpiremo». L’accordo prevede un cessate il fuoco di 60 giorni, ma come ha spiegato il presidente statunitense, Joe Biden, l’obiettivo è arrivare a «una cessazione permanente delle ostilità». In realtà in alcune aree del Libano si sono verificati alcuni spari, in particolare nel sud del paese. L’Idf ha tuttavia confermato la propria presenza nell’area per far rispettare la tregua. È ancora al centro del dibattito, intanto, la sentenza della Corte penale internazionale sul mandato di arresto per Netanyahu e l’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant. Sul tema è intervenuta Parigi, con il portavoce del ministero degli Esteri che ha riferito che «la Francia rispetterà gli obblighi internazionali», aggiungendo che sul mandato d’arresto nei confronti di Netanyahu ci sono delle «immunità» previste dal diritto internazionale e relative agli Stati «che non fanno parte della Cpi». Dunque, la sua conclusione, è che «continueremo a lavorare con il premier e le autorità israeliane».