Guerra civile in Siria, proseguono gli scontri
Si aggrava la situazione in Siria, dove da giorni si sono intensificati gli scontri tra i ribelli e le forze governative, contando già centinaia di vittime. Un quadro che appesantisce lo scenario mediorientale, già abbastanza provato dalla guerra di Israele contro Hamas nella Striscia di Gaza e contro Hezbollah in Libano, in quest’ultimo caso allentata dal recente accordo di tregua. Nella notte, come riportato dai media internazionali, milizie sostenute dall’Iran sono entrate in Siria attraverso l’Iraq per sostenere l’esercito di Damasco, leale a Bashar al-Assad, mentre proseguono anche i raid russi contro i ribelli. «Naturalmente – ha spiegato a tale proposito il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, citato dalla Tass – noi continuiamo a sostenere Bashar al-Assad. Continuiamo i nostri contatti ai livelli appropriati e continuiamo ad analizzare la situazione. Sarà elaborata una posizione su cosa è necessario per stabilizzare la situazione». Un invito alla de-escalation è quello giunto da Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito, che in una nota congiunta hanno osservato come l’attuale situazione sottolinei «l’urgente necessità di una soluzione politica guidata dalla Siria al conflitto, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite». Intanto il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, durante una conferenza stampa congiunta con l’omologo turco, Hakan Fidan, ad Ankara, ripresa dai media internazionali, ha annunciato che si terrà un nuovo incontro con i colleghi di Turchia e Russia sulla crisi siriana nel formato di Astana. Si tratta del formato, appunto, che sulla questione coinvolge le delegazioni di Teheran, Ankara e Mosca dalla fine del 2016.