Le criticità (ancora) del mercato del lavoro
Nonostante la crescita degli occupati rilevata nel mese di ottobre, si scorgono alcune difficoltà. Soprattutto per donne e classi di età più giovani
di Redazione
La crescita del mercato del lavoro che l’Istat osserva a ottobre, mostra un quadro positivo in generale (salgono gli occupati, mentre sono in diminuzione i disoccupati, anche se si osserva un rialzo degli inattivi), ma nasconde – addentrandoci più in profondità – alcuni spunti di criticità, in parte tipici del nostro tessuto economico. Una prima illustrazione dei punti deboli viene suggerita proprio dall’Istituto nazionale di statistica, quando spiega che l’aumento dell’occupazione «coinvolge gli uomini, i dipendenti permanenti, gli autonomi e chi ha almeno 50 anni di età».
La componente femminile del mercato del lavoro
Se nell’anno i dati relativi alle due componenti sono abbastanza in linea, nel mese quella femminile registra numeri in lieve calo per quanto riguarda l’occupazione in termini assoluti (-2 mila unità). La variazione negativa, ancora in termini assoluti, delle disoccupate (-31 mila) è “riassorbita” dall’incremento delle inattive (+33 mila). Ricordiamo che gli inattivi comprendono, da definizione Istat, le persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero quelle non classificate come occupate o disoccupate (quest’ultime, sintetizzando al massimo, rappresentano coloro che sono in cerca o che stanno per iniziare un lavoro o si dichiarano disponibili a farlo). Nel complesso, dunque, tra le donne, il tasso di occupazione rimane stabile e si associa alla crescita del tasso di inattività (+0,2 punti) e alla diminuzione di quello di disoccupazione (-0,3 punti).
Le difficoltà delle classi di età più giovani
Analogamente si scorge un trend non troppo dissimile nelle classi di età più giovani. Come si diceva all’inizio, i miglioramenti rilevati a ottobre riguardano soprattutto le persone di 50 anni o più, mentre tra i 15-24enni al calo della disoccupazione (-1,1%) si associa esclusivamente l’incremento del tasso di inattività (+0,4%), tutto il resto rimane stazionario. L’occupazione, poi, scende lievemente tra i 25-34enni ed è invariata tra i 35-49enni.
Conclusioni
Per quanto corrisponda al vero che l’occupazione a ottobre è cresciuta su ritmi interessanti, tale andamento si è messo in luce su pochi, specifici segmenti, mostrando perciò alcune lacune. Da evidenziare soprattutto la crescita degli inattivi, che ormai prosegue da qualche mese.