Libano, Israele risponde al lancio di razzi di Hezbollah
Vacilla la tregua in Libano. Con tutte le ripercussioni negative che un ritorno alla guerra vera e propria nel paese trascinerebbe con sé, considerata la situazione a Gaza – ancora lontana da una soluzione diplomatica e politica – e, negli ultimi giorni, l’inasprimento degli scontri in Siria tra le forze ribelli e quelle governative. Un Medio Oriente che appare, nel complesso, sempre più inquieto, senza dimenticare il ruolo degli Houthi nello Yemen e quello di Teheran. Nelle scorse ore l’Idf ha sferrato una serie di attacchi aerei nel sud del Libano, in risposta all’attacco missilistico di Hezbollah contro una posizione militare israeliana. Sebbene entrambe le parti si siano accusate a vicenda dell’interruzione della tregua, il premier israeliano Benjamin Netanyahu è intervenuto per ribadire che «gli spari di Hezbollah al Monte Dov costituiscono una grave violazione del cessate il fuoco e Israele risponderà con forza». «Siamo determinati a continuare a far rispettare il cessate il fuoco e a rispondere a qualsiasi violazione da parte di Hezbollah», ha quindi aggiunto. Oggi, al riguardo, il ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, ha paventato uno scenario peggiore di quello osservato finora, sostenendo che «se il cessate il fuoco dovesse fallire, non ci sarà più un’esenzione per lo Stato del Libano. Applicheremo l’accordo con la massima risposta e tolleranza zero. Se fino ad ora abbiamo separato il Libano e Hezbollah, non sarà più così». E sul lancio di razzi di ieri sera sul Monte Dov, Katz ha ricordato che «abbiamo reagito con forza e non permetteremo a Hezbollah di tornare ai vecchi metodi».