L’economia globale dovrebbe crescere del 3,2% nel 2024
Tagliate al +0,5% le stime di crescita per l’Italia. Nel 2025 previsto un +0,9% ed un +1,2% nel 2026
di Redazione
L’economia globale si mantiene resiliente, con un’inflazione in moderazione e un commercio globale che mostra segnali di ripresa. La riduzione dell’inflazione sta favorendo la crescita del reddito reale delle famiglie e della spesa, sebbene la fiducia dei consumatori non sia ancora tornata ai livelli pre-pandemia in molti paesi. Le pressioni sul mercato del lavoro stanno diminuendo, ma la disoccupazione rimane vicina ai minimi storici. I tassi di interesse reali restano restrittivi, ma i rendimenti nominali più bassi stanno stimolando una timida ripresa nei mercati immobiliari e creditizi sensibili ai tassi. L’inflazione generale è tornata agli obiettivi in un numero crescente di economie avanzate ed emergenti, nonostante persistano pressioni nel settore dei servizi.
La crescita del PIL globale è prevista al 3,2% nel 2024 e al 3,3% nel 2025 e 2026. Inflazione contenuta, crescita occupazionale stabile e politiche monetarie meno restrittive sosterranno la domanda, pur a fronte di lievi venti contrari causati dal necessario consolidamento fiscale in molti paesi. Le differenze tra paesi persisteranno nel breve termine, ma tenderanno a ridursi con il rallentamento della crescita negli Stati Uniti e in Brasile e l’accelerazione della ripresa in Europa. La domanda interna in India e Indonesia, insieme alle misure di stimolo annunciate in Cina e Giappone, sosterranno una crescita robusta in Asia. L’inflazione nei paesi del G20 dovrebbe moderare al 3,5% nel 2025 e al 2,9% nel 2026, rispetto al 5,4% previsto per il 2024, con un ritorno agli obiettivi nella maggior parte delle economie entro fine 2025 o inizio 2026.
Permangono significativi rischi al ribasso, tra cui tensioni geopolitiche elevate, in particolare se i conflitti in Medio Oriente dovessero intensificarsi, minacciando la sicurezza delle forniture di petrolio. Un aumento improvviso dei prezzi del petrolio aggraverebbe l’inflazione globale, riducendo la fiducia e la crescita, soprattutto nei paesi importatori di energia. L’incertezza nelle politiche commerciali e il crescente numero di misure restrittive sul commercio globale potrebbero aumentare i costi di produzione e ridurre il tenore di vita dei consumatori. Infine, vulnerabilità finanziarie legate a elevati livelli di debito, valutazioni di asset tese e deterioramento della qualità del credito, in particolare nel settore immobiliare commerciale, rappresentano rischi significativi per la stabilità economica.
LE STIME PER L’ITALIA
Secondo l’ufficio studi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, la crescita del PIL reale in Italia sarà dello 0,5% nel 2024 (contro il +0,8% delle stime precedenti), dello 0,9% nel 2025 e dell’1,2% nel 2026. La forte disinflazione osservata negli ultimi trimestri, unita a solidi aumenti salariali, dovrebbe sostenere la spesa dei consumatori, mentre condizioni finanziarie più flessibili e il lancio di investimenti pubblici legati ai fondi del Next Generation EU (NGEU) dovrebbero stimolare la formazione di capitale. Le riforme strutturali saranno essenziali per affrontare la carenza di manodopera emergente in un contesto di rapido invecchiamento della popolazione.