Siria, Khamenei: «Quanto accaduto opera di Usa e Israele»
Mentre Israele è impegnato in nuove operazioni militari in Siria, che seguono la caduta di Bashar al-Assad, volte a disarmare il paese (colpiti gli obiettivi strategici, soprattutto aeroporti e siti di produzione di armi), la Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, è tornato ad accusare quelli che considera nemici durante un discorso a Teheran. «Quello che è successo in Siria è stato progettato nelle sale di comando di Stati Uniti e Israele», ha affermato Khamenei. «Un governo che è vicino alla Siria – ha quindi aggiunto il leader iraniano – ha avuto un ruolo ovvio a questo riguardo e ancora lo ha, tutti lo possono vedere. L’estensione della violenza e della morte coprirà l’intera regione più che in passato. Il fronte della resistenza è questo, più spingi, più diventa forte, più ti impegni, più diventa motivato. Più li combatti, più diventa ampio». Intanto il capo delle forze a maggioranza curda che controllano vaste regioni del nord-est della Siria ha annunciato una tregua con i gruppi filo-turchi a Manbij, «con la mediazione americana». Al riguardo il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, citato dalla Cnn durante una visita in Giappone, ha ricordato che gli Stati Uniti lavorano da tempo «al fianco delle Sdf e questo lavoro continua». Quanto all’ex presidente siriano Assad, il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha confermato a Nbc che è in Russia «al sicuro» e questo dimostra che Mosca «agisce come richiesto in una situazione così straordinaria». Secondo il Cremlino, nelle dichiarazioni del portavoce Dmitri Peskov ripresa dalle agenzie russe, gli attacchi di Israele sulle alture del Golan «difficilmente contribuiranno a stabilizzare la situazione in una Siria già destabilizzata».