Putin: «Pronti a negoziati, vicini a nostri obiettivi»
«Noi siamo pronti a negoziati, ma abbiamo bisogno che gli ucraini siano pronti a negoziati e a compromessi. La politica è l’arte del compromesso e i negoziati sono un compromesso». Poi la precisazione: accordi di pace saranno possibili solo con «il legittimo leader dell’Ucraina», cioè dopo eventuali elezioni presidenziali, perché «se il leader ucraino è illegittimo, allora lo è tutta la struttura di potere». Il presidente russo, Vladimir Putin, sembra proporre una timida apertura per mettere fine al conflitto, parlando nella consueta conferenza stampa di fine anno. Tuttavia alle parole concilianti sono seguite anche le posizioni dure nei confronti dell’Occidente, sostenendo quella che considera una dichiarata ostilità dei paesi Nato nei confronti di Mosca ed evocando, ancora una volta, il rischio di una guerra su larga scala. Ad ogni modo Putin si è detto pronto ad incontrare il futuro presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per quello che appare ormai un passaggio necessario per provare a immaginare uno scenario oltre il conflitto. Putin ha detto che la situazione in Ucraina sta cambiando «drasticamente» e la Russia si avvicina al raggiungimento dei suoi «obiettivi prioritari». Per quanto riguarda la regione del Kursk, il presidente russo ha promesso che verrà liberata, anche se non ha voluto indicare una data «perché le truppe si sentirebbero costrette ad accelerare le operazioni, a rischio di perdite maggiori». Rimane poi il punto fermo dell’alleanza con Pechino: «La Russia e la Cina – ha dichiarato Putin – stanno fianco a fianco e rappresentano un pilastro di stabilità nello scenario globale». Quanto all’economia, pur dicendosi preoccupato dall’inflazione, Putin ha osservato che «continua ad avanzare nonostante le minacce esterne».