CRISI, FUMATA NERA TRA GOVERNO E PARTI SOCIALI. NEL POMERIGGIO BERLUSCONI INCONTRA NAPOLITANO
L’ottimismo di qualche giorno fa è al ribasso. Se dopo il primo incontro tra governo e parti sociali i diversi attori si erano detti soddisfatti per la positività del tavolo e l’unità di intenti al fine di fronteggiare la crisi, quello di mercoledì è stato decisamente più negativo. Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, non ha nascosto le perplessità di banche, imprese e sindacati riguardo le misure da adottare e la ristrutturazione della manovra che prevede l’anticipo del pareggio di bilancio al 2013 come più volte annunciato dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. “Le misure non ce le hanno spiegate”, ha ammesso la Maregaglia. La segretaria della Cgil, Susanna Camusso, ha minacciato lo sciopero generale: “Se lo schema della manovra, così come lo leggiamo dai giornali, verrà confermato nel decreto proseguiremo la mobilitazione per cambiarla”. Secondo il segretario della Uil, Luigi Angeletti, “bisogna sbrigarsi, la manovra deve essere rigorosa ma equa e giusta”. Ma a preoccupare, inoltre, sono le distanze tra gli alleati politici. Umberto Bossi si dice contrario a una revisione delle pensioni. Di Berlusconi, invece, è risaputa l’avversità nei confronti di un’eventuale imposta patrimoniale, ribattezzata nel caso, come ha suggerito qualcuno, “contributo per l’Italia”. La maggioranza, dunque, sembra arrovellarsi con più questioni sul piatto. Da una parte rilanciare l’economia in termini di crescita e produttività garantendo risposte inequivocabili ai mercati, dall’altra rilanciarsi in vista del voto del 2013.
Intanto, da quanto si apprende, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rientrerà a Roma (era in vacanza a Stromboli) per incontrare il presidente del Consiglio. Il faccia a faccia dovrebbe avvenire intorno alle 17.30. Il Cdm in cui verrà varato il decreto anticrisi verrà con ogni probabilità anticipato al 16 agosto (inizialmente si era detto il 18), mentre è previsto per venerdì un incontro tra l’esecutivo e le Regioni con le Province per discutere dei tagli agli enti locali.