PD, LE POLEMICHE E L’AFFAIRE PENATI
La settimana inizia all’insegna della polemica per il Pd. Tutto ruota attorno al nome di Filippo Penati, ex presidente del Consiglio regionale della Lombardia nonché uno dei maggiori dirigenti al nord del Partito democratico, indagato a Monza per corruzione. I suoi reati, però, sarebbero già prescritti e nonostante Penati si sia dimesso da ogni incarico all’interno del partito, molti colleghi gli stanno suggerendo di rinunciare alla prescrizione. Tra questi anche Enrico Letta, il quale lo ha detto chiaramente interpellato dal Tg3. Ma l’affondo più pesante è quello del Pdl, in particolare di Maurizio Gasparri: “Bersani spera di farla franca come i suoi predecessori graziati dal Di Pietro magistrato che così, salvati dalla tangente Enimont i capi Pds, D’Alema, Veltroni e Fassino, si avviò verso la carriera ministeriale”. A tale proposito Veltroni ha minacciato querele, mentre la presidente del Pd, Rosy Bindi, ha preso le distanze dalla storia Pci-Pds da cui emergerebbero quest’ultime inchieste. “Non ci lasciamo inchiodare al ritornello ossessivo di chi continua a chiedere al Pd di fare i conti con un passato che riguarda un’altra storia. Si vuole delegittimare il ruolo di governo e la legittimità del Partito democratico e distogliere l’attenzione dalle difficoltà della maggioranza di fronte alla pesante e iniqua manovra di Ferragosto. Noi abbiamo reagito in nome di una tradizione politica alternativa a quella della destra berlusconiana. Non abbiamo invocato norme ad personam, pasticciato su indecenti modifiche alla Costituzione o ai processi in corso”, ha chiosato Rosy Bindi.