Verso il referendum costituzionale
Se si votasse oggi al referendum costituzionale, prevarrebbero i “No” con il 52% delle preferenze, in lieve flessione rispetto ad un mese fa (-1%). I “Sì” guadagnano un punto percentuale nello stesso arco temporale, ma si fermerebbero al 48%. L’affluenza si attesterebbe al 49% (in questo caso non è prevista alcuna soglia per il quorum), in rialzo dal precedente 45%, mentre gli indecisi (su cosa votare – il 13% – o se andare a votare) rappresentano oggi il 18% del campione (il 19% un mese fa). A dirlo è l’ultimo sondaggio Tecnè per Porta a Porta del 17 ottobre 2016, incentrato sull’importante appuntamento elettorale in programma il 4 dicembre.
Interrogati sulla conoscenza dei temi referendari, gli italiani hanno risposto in questo modo: il 13% sostiene di avere una conoscenza adeguata; il 47% afferma di conoscere qualcosa, ma in maniera superficiale; il 40% ammette di non conoscere le questioni per cui saremo chiamati alle urne.
Entrando nel merito delle singoli voci, il 60% dichiara ad esempio di conoscere il tema relativo alla riduzione del numero dei parlamentari (il 70% – percentuale di quanti dichiarano di essere d’accordo su ciascun tema dopo la spiegazione – afferma inoltre di condividere la riforma). Il 58% ritiene di conoscere il tema del superamento del bicameralismo paritario (il 49% è d’accordo con la riforma). Il 38% è al corrente riguardo la soppressione del Cnel (d’accordo il 69%); il 25% sa del contenimento dei costi del funzionamento dello Stato (d’accordo il 45%); il 23% dichiara di conoscere il tema della riforma del Titolo V (d’accordo il 26%).
LE MOTIVAZIONI ALLA BASE DEL VOTO
Cosa spinge gli elettori a votare “No” o “Sì”? Nel 68% dei casi (in complesso) sono proprio i temi referendari a motivare la scelta. La quota sale al 79% tra chi dichiara di votare “Sì”, scende al 50% tra chi vota “No”, arriva all’84% tra gli indecisi (tra gli indecisi, in questa fattispecie, sono considerati soltanto coloro che hanno dichiarato che andranno a votare ma ancora non hanno deciso se a favore o contro la riforma). Il 26% degli intervistati, invece, sottolinea l’operato del governo quale motivazione (15% tra chi vota “Sì”, 46% tra chi vota “No”, 3% tra gli indecisi). Non indica, nel complesso, il 6% del campione.
COMPORTAMENTO DI VOTO ALL’INTERNO DI OGNI PARTITO
Gli elettori del Pd risultano in larga parte orientati a votare “Sì” (61%, “No” il 7% di essi; indecisi il 16%, stessa percentuale per il non voto). Gli elettori del M5S, nel 47% dei casi, voteranno per il “No”, il 15% per il “Sì” (26% indecisi, 12% non voto). Tra quelli della Lega il 28% afferma “No”, l’8% “Sì” (17% indecisi, 47% non voto). Gli elettori di Fratelli d’Italia dichiarano “No” nel 20% dei casi, “Sì” nel 15% (16% indecisi, 49% non voto). Tra quelli di Forza Italia il 21% è per il “No”, il 6% per il “Sì” (17% indecisi, 56% non voto). Quelli, tra gli elettori, non schierati politicamente, sono per il “No” nel 4% dei casi, per il “Sì” nell’1%. Piuttosto non andranno a votare, afferma l’87% (l’8%, invece, è indeciso).
COSA DEVE FARE IL GOVERNO SE VINCONO I NO
Il governo, in caso di vittoria del “No” alla riforma costituzionale, si deve dimettere secondo il 60% degli intervistati. Per il 23% non deve farlo, invece. Mentre si attesta al 17% la quota di quanti non indicano una preferenza in questo senso.
INTENZIONI DI VOTO PER LE POLITICHE E IPOTESI DI BALLOTTAGGIO
Sul piano nazionale, se si votasse oggi per le elezioni politiche, il Pd risulterebbe essere il primo partito con il 31,5% (+0,5% rispetto ad un mese fa), seguito dal M5S con il 26,5% (-0,5%). La Lega si attesta al 13,5% (stabile, mentre Forza Italia si attesterebbe al 14%. Fratelli d’Italia si collocherebbe al 5% (+0,5%), Sinistra Italiana al 3,5% (-0,5%), Ncd al 2% (-0,5%), Udc allo 0,5%. Altri al 3,5%. L’area degli incerti si collocherebbe al 14,5% (+2%), quella del non voto al 37% (-0,5%).
Tecnè ha poi immaginato quattro ipotesi di ballottaggio. Nella prima l’area di governo (Pd-Altri) otterrebbe il 51% dei consensi. Al contrario la lista unica di centrodestra si fermerebbe al 49% (area incerti/non voto: 63%). Nella seconda Il M5S avrebbe la meglio sull’area di governo 53 a 47 (area incerti/non voto: 61%). Nella terza il M5S supererebbe anche la lista unica di centrodestra 54 a 46 (area incerti/non voto: 58%). Nella quarta ipotesi, che vedrebbe in corsa i tre schieramenti, l’area di governo otterrebbe il 35% dei favori, seguirebbe la lista unica di centrodestra con il 34% mentre il M5S si fermerebbe al 31% (area incerti/non voto: 53%).
NOTA METODOLOGICA
Titolo dell’indagine: Verso il referendum costituzionale – le intenzioni di voto per le politiche
Tipo di campione: rappresentativo della popolazione di 18 anni e oltre residente in Italia
Articolazione del campione: sesso, età e area geografica
Estensione territoriale: intero territorio nazionale
Numerosità del campione: 1.000 casi
Margine di errore: +/- 3,1%
Metodo di rilevazione: CATI – CAMI – CAWI
Data di effettuazione delle interviste: 14-15 ottobre 2016 Committente: Porta a Porta
Soggetto realizzatore: Tecnè S.r.l.
[…] sondaggio Tecnè per Porta a Porta (Rai 1) sul Referendum Costituzionale. Qui potete trovare l’articolo originale. Qui potete trovare l’elenco dei Tecnè […]
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