Come funziona l’alternanza scuola-lavoro in Germania
Quello tedesco è un modello da studiare. Infatti il Duale Ausbildung, termine che tradotto dal tedesco significa “formazione duale” e indica in pratica l’alternanza scuola-lavoro, rappresenta un utile strumento per formare professionalmente i più giovani.
A quindici anni, lo studente tedesco deve scegliere: proseguire gli studi accomodandosi tra i banchi di un liceo generalista oppure partecipare al sistema duale. Ma in cosa consiste, esattamente? Nel Duale Ausbildung, i ragazzi trascorrono un terzo del tempo a scuola e i rimanenti due terzi in un’impresa con un contratto di apprendistato.
Una volta terminato (con successo) il percorso, il ragazzo da studente diventa un lavoratore: nel 2014 il duale certificava oltre 327 qualifiche professionali riconosciute in tutto il Paese, con esami presso le Camere di Commercio.
Agli studenti-apprendisti vengono rivolte molte attenzioni: nell’impresa, vengono seguiti e formati dai tutori – Meister, in tedesco –, che prima di diventare tali devono aver maturato cinque anni di esperienza e seguito un corso speciale della durata di un anno.
Il sistema duale coinvolge un gran numero di giovani – nel 2013 erano 1.391.900, in calo del 2,7% rispetto all’anno precedente (i dati sono del ministero federale per l’educazione e la ricerca tedesco) –, impiegati soprattutto nelle imprese della Germania occidentale: dei circa 1,4 milioni dei partecipanti al duale nel 2013, solo 194.000 apprendisti erano impiegati presso le aziende delle regioni orientali.
In Italia, dove l’alternanza scuola-lavoro è stata introdotta con la legge 13 luglio 2015, n.107 (la cosiddetta Buona scuola), la partecipazione è più limitata, almeno momentaneamente: secondo i dati del ministero dell’Istruzione, nell’anno scolastico 2015-2016, primo anno di sperimentazione, gli studenti delle classi III, IV e V, che hanno partecipato al programma, sono stati 652.641 su 1,4 milioni (45,7%). La previsione è di portarlo a 1,1 milioni e 1,5 milioni rispettivamente nel 2016/17 e 2017/18.
LE DIFFERENZE CON L’ITALIA
Oltre ai numeri, il sistema scolastico tedesco presenta un’altra importante differenza rispetto a quello italiano: in Germania, la formazione professionale è pensata, programmata e regolata dal centro, mentre la scuola è gestita ai singoli Land (i programmi del sistema duale vengono formulati e ideati a livello centrale con il coinvolgimento delle parti sociali). In Italia, accade esattamente il contrario. Nel nostro Paese, inoltre, l’alternanza scuola-lavoro prevede che gli studenti dei licei italiani devono fare obbligatoriamente almeno duecento ore di attività aggiuntiva nel corso del triennio, gli studenti dei tecnici e dei professionali devono fare almeno quattrocento ore.
Il sistema duale tedesco prevede anche la presenza di scuole professionali che integrano la formazione degli studenti in apprendistato con un periodo scolastico per circa un terzo del tempo o addirittura si sostituiscono all’apprendistato, quando i giovani non riescono ad essere selezionati dalle imprese e restano nelle scuole professionali, sperando di essere selezionati per delle aziende l’anno successivo. Cosa che non sempre riesce.
Il modello tedesco non è immune da imperfezioni, in realtà: molti dei giovani, che non sono riusciti ad entrare nel duale, incontrano maggiori difficoltà a trovare un impiego. Il motivo? Le imprese tendono a scegliere i ragazzi che hanno già svolto l’apprendistato con buoni risultati.
A partecipare al sistema duale, sono il 30% delle imprese tedesche (perlopiù di medie e grandi dimensioni). In Italia, siamo ancora indietro. Nel 2015 circa un’impresa su dieci ha ospitato studenti in alternanza scuola-lavoro, anche se la platea si sta ingrossando: il Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il ministero del Lavoro, prevede che nel 2016 sono state almeno il 10% in più.
COSTI E BENEFICI DEL SISTEMA DUALE
Dal 1980, il ministero federale per l’educazione e la ricerca tedesco conduce delle indagini periodiche per valutare i costi e benefici del sistema duale. Secondo i più recenti dati, relativi al 2012-2013, ogni tirocinante è costato mediamente alle imprese 17.933 euro (i costi variano anche a seconda del settore e della dimensione dell’impresa). Si tratta di un investimento che garantisce un duplice risultato: oltre a formare nuovi lavoratori, durante l’apprendistato, i tirocinanti producono beni e servizi per 12.335 euro, secondo i calcoli del ministero per l’educazione.
Gli apprendisti hanno diritto a una “remunerazione adeguata” – la normativa in merito è piuttosto vaga – che deve aumentare progressivamente. Nella maggior parte dei settori il salario è stabilito dai contratti collettivi. Nei rapporti di apprendistato attivati in settori non coperti da un contratto collettivo, la remunerazione è indicata nel contratto individuale.
Nel 2012 un apprendista guadagnava mediamente 730 euro al mese (+4,3% rispetto al 2011). Tuttavia esistono delle differenze retributive a seconda del settore di impiego – i carpentieri guadagnano mediamente di più rispetto ad un parrucchiere – e della regione – i parrucchieri della Germania occidentale percepiscono un salario superiore rispetto ai colleghi della Germania orientale (454 euro contro 269 euro mensili) –, mentre solo nel settore pubblico la media è uguale per l’Ovest e l’Est (792 euro).
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