Valore aggiunto: il ruolo delle società non finanziarie
Nel corso del 2016, spiega l’Istat nell’ultimo resoconto sui Conti economici nazionali per settore istituzionale, il valore aggiunto a prezzi correnti generato nel complesso dell’economia nazionale è aumentato dell’1,5% rispetto al 2015.
Come nelle precedenti rilevazioni, un ruolo fondamentale è stato giocato dalle società non finanziarie, il cui contributo alla crescita del valore aggiunto è nettamente superiore non solo a quello delle famiglie (produttrici o consumatrici), ma anche a quello delle amministrazioni pubbliche e delle società finanziarie.
In particolare – emerge dalle tabelle dell’Istituto nazionale di statistica – il contributo delle società non finanziarie alla crescita del valore aggiunto totale nazionale è stato pari all’1,4% rispetto al 2015 (quando si registrò una crescita dell’1,5%, contro il lieve +0,5% del 2014) contro lo 0,5% registrato complessivamente da famiglie e amministrazioni pubbliche e il contributo negativo (-0,3%) delle società finanziarie.
Osservando nel dettaglio le società non finanziarie, si può osservare come il valore aggiunto del settore sia aumentato del 2,9% rispetto al 2015 (quando l’Istat registrò un +3% a fronte del +1,1% dell’anno precedente). Un aumento a cui hanno contribuito positivamente sia il comparto industriale che quello dei servizi e, in misura minore, quello delle costruzioni.
Più precisamente, si parla di un aumento dell’1,3% (di cui un +1,2% ha interessato, nel dettaglio, le attività manifatturiere), di un +1,5% per i servizi e un +0,2% per le costruzioni. Variazione nulla invece per agricoltura, silvicoltura e pesca. Tra i servizi, i contributi maggiori al valore aggiunto delle società non finanziarie sono giunti dal trasporto e magazzinaggio (+0,6%) e dalle attività professionali, scientifiche, tecniche, amministrative e dai servizi di supporto (+0,4%).