Come le donne trainano la ripresa
Il bollettino economico diffuso dalla BCE il 21 settembre dedica un capitolo al mercato del lavoro, la cui risalita ha contribuito in maniera determinante alla ripresa dell’Eurozona. In particolare, riferimento ripreso praticamente da tutti i media, si fa cenno ai miglioramenti osservati grazie al “peso” di over 50, donne e immigrati. Concentriamoci soprattutto sulla voce “donne”, per scoprire che la BCE sostiene molto più di quanto potrebbe suggerire una lettura distratta.
Innanzitutto: ad aumentare, davvero, è la partecipazione femminile che a sua volta fa crescere la forza lavoro. In poche parole si contano meno donne inattive, ed è già una gran notizia. Questo è dovuto al fatto che c’è una disparità tra uomini e donne – a vantaggio delle seconde – nel livello di istruzione: la quota di quante possono vantare una formazione universitaria è maggiore rispetto agli uomini. E siccome c’è stato un ulteriore incremento negli ultimi dieci anni (sia nella popolazione in piena età lavorativa – 25-54 anni –, sia nelle classi di età più elevate), ecco spiegata la crescente partecipazione alla forza lavoro.
Ci sono dei però: non si può escludere che gli effetti ciclici abbiano in qualche modo condizionato l’andamento della partecipazione femminile. Si parla di “lavori aggiuntivi” quando la donna è dovuta intervenire al cospetto del partner che intanto perdeva il suo posto. Un fenomeno che può essere stato piuttosto frequente in alcuni paesi dell’Eurozona durante le fasi più acute della crisi economica, dove cioè l’aumento della disoccupazione è risultato più evidente e si è registrato un impatto negativo sul reddito (e sulla ricchezza). Di contro – anche in quei settori che di solito vedono impiegati gli uomini (quello delle costruzioni, per dare il senso della misura) – la modesta ripresa in atto è andata di pari passo con una crescita della partecipazione femminile più contenuta rispetto al periodo precedente. Ciò potrebbe stare a significare la minore necessità che le donne partecipino al mercato del lavoro allo scopo di sostenere il reddito familiare perché altrimenti assente. Ovvero: aspettiamo a dire “missione compiuta”, che il divario tra le componenti è ancora ampio e spesso dipende dalle esigenze familiari. Insomma, l’altra faccia della medaglia.