Famiglie e imprese più ottimiste (anche se il lavoro preoccupa ancora un po’)
La ripresa c’è, e con essa il recupero di fiducia. Tuttavia la domanda non è ancora tornata ai livelli pre-crisi e, dunque, scongiurare l’aumento dell’Iva è quantomeno opportuno. E non a caso, stando ad una ricerca Demopolis in occasione dell’Assemblea di IBC (l’Associazione industrie Beni di consumo) sono proprio le misure economiche, necessarie per non perdere il treno della risalita, quelle avvertite come prioritarie dalle famiglie e dalle imprese.
Dopo il voto: clima sociale e fiducia dei consumatori – il titolo dell’indagine – è uno specchio di quelle che sono le aspettative di famiglie, consumatori e imprese, anche in virtù dell’attuale situazione politica. A proposito: sette italiani su dieci, sostiene chi ha condotto la ricerca, sono convinti che a breve si troverà un’intesa per il nuovo esecutivo, mentre appena il 20% sostiene che si tornerà alle urne in poco tempo. Ritenere, in generale, il quadro in netto miglioramento potrebbe essere un azzardo, ma il sentimento rispetto agli anni più duri della crisi economica appare oggi caratterizzato da un maggiore ottimismo. Qualche dato per rendere l’idea.
La maggioranza dei cittadini ammette che negli ultimi dieci anni si è verificato, in effetti, un peggioramento della situazione economica familiare (lo afferma il 51%), così come nelle possibilità di lavoro (53%) o altri indicatori quali le prestazioni della sanità pubblica (55%). Eppure il peggio è alle spalle. Il 25% si dichiara convinto che la situazione economica del Paese migliorerà nei prossimi 12 mesi, soltanto nel 2013 la quota di persone che la pensava allo stesso modo si attestava al 13%. Tuttavia per il 58% delle famiglie la situazione economia italiana nei prossimi 12 mesi rimarrà invariata e per il 17% peggiorerà. Sul lavoro, invece, si registra un po’ di pessimismo. Quanti confidano in una crescita dell’occupazione sono una componente esigua (il 18%, ad ogni modo più del 15% che si poteva osservare nel 2013) a fronte di un 67% che pensa che la situazione rimarrà invariata e il 15% che peggiorerà.
L’industria dei beni di consumo – stavolta le elaborazioni sono di Ref Ricerche – è un settore strategico per l’economia nazionale, che genera il 26% del valore aggiunto dell’industria manifatturiera, il 4,3% del Pil, il 29% dell’occupazione manifatturiera e il 4,3% dell’occupazione complessiva. Insomma, al di là di un’economia sostanzialmente in ripresa si scorge qualche segnale di rischio che potrebbe compromettere il percorso fin qui intrapreso. Ecco allora spiegato perché – sicuramente la risposta non sarebbe potuta essere tanto diversa, ma assume oggi un valore ancora più importante – l’opinione dei cittadini sul possibile incremento dell’Iva, previsto nel 2019 dalle clausole di salvaguardia, è assolutamente contraria, con l’88% degli intervistati che afferma che tale aumento sia da evitare.