Il falso mito dei giovani startupper
Quando si parla di startup le si associa ad un luogo di lavoro informale, con a capo nerd intraprendenti e soprattutto molto giovani. Siamo stati abituati a questo stereotipo dai tanti startupper che poco più che ventenni creavano aziende partendo da idee innovative. Gli studi sulle imprese innovative, però, sfatano questo mito: da una recente indagine condotta da un gruppo di ricercatori americani della National Bureau of Economic Research, emerge che gli startupper hanno un’età media di 41,9 anni, che sale a 45 se si prendono in considerazione i fondatori di startup di successo con crescita più alta. Secondo la ricerca, sono quindi i fondatori più “maturi” a creare aziende con maggiori tassi di crescita, questo è attribuibile al capitale aggiunto apportato dall’esperienza come fonte di successo, anziché la giovane età.
Per quanto riguarda l’Italia la situazione, molto simile, è stata analizzata nella ricerca Startup Survery 2016, condotta dall’Istat e pubblicata dallo stesso istituto statistico nel febbraio di quest’anno, secondo cui l’identikit dello startupper corrisponde a quello di un uomo, nell’82% dei casi, con un’età media di 43 anni, solo il 26,5% ha meno di 34 anni.
In particolar modo, la maggior parte dei fondatori (l’87%) ha avuto una precedente esperienza professionale, a testimonianza del fatto che avere maturato precedenti occasioni di lavoro sia da considerare uno strumento opportuno per avviare imprese innovative. Un’altra caratteristica che accomuna i soci delle startup è l’alto livello di formazione, il 96% conosce almeno una lingua straniera e di istruzione infatti quasi il 73% di loro ha conseguito almeno una laurea, in campo economico o ingegneristico, e il 16% ha conseguito un dottorato di ricerca. Nello specifico le startupper donna risultano avere un livello di istruzione più alto: quasi il 79% ha ottenuto almeno una laurea e il 21% ha concluso il suo percorso di studi con un dottorato. Nel campione dei 4.363 soci operativi presi in considerazione dalla ricerca, le donne, che rappresentano però solo il 18% del totale, sono impegnate soprattutto nei settori della Ricerca e sviluppo, Consulenza gestionale, Commercio e Design specializzato, contro una concentrazione di uomini nel settore dei Software, dei Macchinari, dell’Architettura e dell’Ingegneria.