Così il tessuto imprenditoriale italiano nel secondo trimestre 2018
Anche per le imprese si conferma il periodo di ripresa, tuttavia con qualche timido segnale di rallentamento. I dati di Unioncamere-Infocamere sono di qualche settimana fa, ma fotografano lo stato di salute della nostra economia e delle imprese italiane. Nel periodo compreso tra aprile e giugno – il riferimento è dunque al secondo trimestre del 2018, arco temporale che ha inoltre visto crescere il Pil a ritmi più contenuti – in Italia sono nate mille imprese al giorno a fronte delle 670 che chiudevano i battenti.
Il trend, pur trovandosi in territorio positivo riflette in ogni caso un rallentamento rispetto al 2017. Il saldo attivo di 31.118 imprese è infatti inferiore, nell’ordine delle cinquemila unità, rispetto allo scorso anno quando nello stesso periodo era stato registrato un saldo di 35.803 unità. A contribuire al dato è stato l’aumento delle chiusure (quattromila in più), mentre le iscrizioni si sono mantenute stabili. Alberghi e ristoranti, commercio e agricoltura i settori che sono cresciuti di più in valore assoluto; le attività professionali, servizi alle imprese, sanità e il settore del turismo e dell’ospitalità sono quelli che hanno mostrato una migliori performance in termini percentuali.
Dato interessante, peraltro più recente (dati diffusi il 6 agosto), riguarda la presenza di imprese straniere tra quelle a conduzione femminile. «Un’impresa femminile su dieci parla straniero, una “lingua” sempre più diffusa nel panorama imprenditoriale italiano», emerge dalla fotografia scattata a giugno 2018 dall’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere, secondo cui la componente straniera guidata da donne rappresenta il 10,7% delle quasi 1 milione 335mila imprese d questo tipo in Italia.
Le imprese straniere nel segmento analizzato risultano aumentate in un anno del 3,7%, arrivando a quota 143 mila. La gran parte di queste iniziative ha meno di dieci anni di vita, dal 2010 in poi sono nate oltre 98 mila aziende quasi il 70% del totale. Si tratta di una realtà imprenditoriale giovane anche per la maggiore presenza di under 35 che sono al comando del 19,4% delle imprese femminili straniere (contro l’11,9% delle imprese totali guidate da donne). A essere più intraprendenti sono soprattutto le cinesi, le rumene e le marocchine che insieme pesano il 41% sul tessuto imprenditoriale femminile straniero.