Istruzione in Italia, più ombre che luci. Agli ultimi posti in Europa per competenze
Inoltre, l’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione è aumentata negli ultimi due anni, attestandosi nel 2018 al 14,5%
di Redazione
L’istruzione è oggi una delle principali variabili per il funzionamento del mercato del lavoro. L’Istat ha presentato oggi, mercoledì 17 aprile, la seconda edizione del Rapporto Sustainable Development Goals (SDGs), adottati con l’Agenda 2030 il 25 settembre 2015 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. I 17 Sdgs stabiliscono l’agenda fissata dalla comunità globale per porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e assicurare prosperità a tutti entro il 2030 e si articolano in 169 sotto-obiettivi che fanno riferimento a diversi domini dello sviluppo relativi a tematiche di ordine ambientale, sociale, economico e istituzionale. Tra questi, appunto, l’istruzione di qualità.
L’Italia, spiega l’Istat al riguardo, è ancora agli ultimi posti in Europa per numero di laureati, tasso di abbandono e competenze. E sebbene l’obiettivo sia stato comunque raggiunto, i nostri livelli di qualità rimangono su valori bassi se paragonati con quelli di altri paesi europei. Gli studenti italiani, inoltre, mostrano lacune in matematica e in inglese. L’uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione – informa quindi l’Istat – è aumentata negli ultimi due anni attestandosi, nel 2018, al 14,5%. Permangono consistenti differenze territoriali a svantaggio del Mezzogiorno e dei maschi. Le competenze alfabetiche, numeriche e per la lingua inglese sono molto basse per alcuni gruppi di studenti. In Italia, la quota di ragazzi iscritti al terzo anno delle scuole secondarie di primo grado che non raggiungono la sufficienza è del 34,4% per le competenze alfabetiche, del 40,1% per la matematica. Una percentuale più elevata di ragazze si situa sotto la sufficienza nelle competenze matematiche (41,7% contro 38,5%) mentre per la lettura la situazione si inverte, 38,3% dei ragazzi contro 30,4% delle ragazze.
Molte sono le differenze territoriali, di genere e di provenienza, spesso determinate da fattori che alimentano le disuguaglianze nell’accesso alle opportunità educative. Campania, Calabria e Sicilia sono le regioni che presentano le percentuali più alte di studenti con scarse competenze alfabetiche e numeriche. Tra gli studenti che frequentano le seconde classi delle scuole superiori di secondo grado, il 33,5% non raggiunge un livello sufficiente nelle competenze alfabetiche e il 41,6% in quelle numeriche.
In Italia, il 27,9% dei giovani 30-34enni possiede un titolo terziario. L’obiettivo nazionale previsto da Europa 2020 (26-27%) è stato così ampiamente raggiunto. Tuttavia, il livello rimane molto inferiore alla media europea e superiore soltanto a quello della Romania. Per le donne, la quota di 30-34enni laureate è del 34%, per gli uomini del 21,7%.
(fonte: Istat)