Dissesto idrogeologico, i soliti ritardi dell’Italia | T-Mag | il magazine di Tecnè

Dissesto idrogeologico, i soliti ritardi dell’Italia

Quando i fondi destinati a Comuni e Regioni restano bloccati, oppure spesi male. Secondo il Censis il 50,7% degli italiani ritiene che bisogna investire nella messa in sicurezza del territorio

di Redazione

L’Italia è stata messa a dure prova dal maltempo nelle ultime ore. Nei giorni scorsi le immagini di Venezia, sommersa dall’acqua, hanno fatto il giro del mondo. Ma non è stato solo il capoluogo veneto a vivere disagi di questo tipo. E nel weekend, appunto, da Nord a Sud il maltempo ha causato esondazioni, smottamenti e allagamenti. Un tratto del viadotto dell’A6, non molto distante da Savona, è crollato a causa di una frana, fortunatamente senza provocare vittime. E ancora: una voragine si è aperta ull’A21 Torino-Piacenza, valanghe in Val d’Aosta, fiumi in piena un po’ ovunque.

Foto di Chräcker Heller da Pixabay

Come spesso accade in casi del genere, l’attenzione è tutta rivolta all’incapacità del nostro paese di usufruire dei fondi già a disposizione per mettere in sicurezza strade e infrastrutture o comunque intervenire laddove necessario. Di recente la Corte dei Conti ha ricordato che le decine di miliardi in teoria stanziati negli ultimi anni non sempre sono giunti a destinazione – Comuni e Regioni –, oppure sono stati spesi male. Al solito ciò avviene a causa soprattutto di una burocrazia ingombrante, lento sviluppo dei progetti e rallentamenti di varia natura che impediscono di mettere in sicurezza viadotti, ponti o strade. Che puntualmente si allagano in occasione di piogge incessanti o fenomeni di portata straordinaria o, nei casi più gravi, vengono giù provocando vittime o disagi infiniti. E allo stesso modo, stando all’Agenzia per la Coesione territoriale, il problema si verifica anche quando dall’Unione europea arriverebbero soldi tramite i fondi previsti per le Regioni per fare fronte al dissesto idrogeologico: spendiamo decisamente meno di quanto riceviamo.

Secondo il Rapporto Gli italiani e la ricchezza. Affidarsi al futuro, ripartire dalle infrastrutture, realizzato dal Censis per Aipb (Associazione Italiana Private Banking), per l’89,3% degli italiani, in generale, quelli in infrastrutture sono da considerarsi investimenti strategici. E una quota importante, il 50,7%, ritiene che bisogna investire nella messa in sicurezza del territorio contro frane, inondazioni e terremoti (il 39,3% indica le energie alternative, il 33,2% la ristrutturazione di monumenti, chiese, opere d’arte e siti archeologici, il 22,5% le ferrovie, il 22% i collegamenti stradali e ferroviari tra il Tirreno e l’Adriatico, il 20,8% la connessione internet veloce ovunque e il 20% i trasporti pubblici delle grandi città). «Se in Italia le infrastrutture si annunciano e poi non si portano a termine», si leggeva nella nota del Censis diffusa a ottobre, «per il 57,9% degli italiani ciò dipende dalla corruzione, per il 54,1% da regole eccessive e burocrazia lenta, per il 33,7% da controlli insufficienti sulle imprese che realizzano i lavori, per il 31,7% dalla politica che cambia idea sulle opere da realizzare. Proprio le ragioni che bloccano o rallentano i cantieri dissuadono gli italiani dall’obiettivo di investire i propri soldi negli strumenti di finanziamento delle infrastrutture».

 

Scrivi una replica

News

Lavoro: Istat: L’occupazione è più alta tra i laureati che tra i diplomati: 84,3% versus 73,3%

«Nell’edizione dell’indagine del 2023 si è rilevato che quando i genitori hanno un basso livello di istruzione quasi un quarto dei giovani (24%) abbandona precocemente…

17 Lug 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Meloni: «I migranti illegali sono nemici di quelli legali»

«I migranti illegali sono nemici di quelli legali». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso del Trans-Mediterranean Migration Forum di Tripoli, in Libia,…

17 Lug 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Ue, il Parlamento europeo conferma il sostegno all’Ucraina «per tutto il tempo necessario e in qualsiasi forma necessaria»

Il Parlamento europeo, che s’è riunito per la prima volta dal giorno delle elezioni europee, ha approvato una risoluzione che chiede un aumento al sostegno…

17 Lug 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Medvedev: «Kiev nella Nato sarebbe dichiarazione di guerra»

La Russia torna a ribadire il rischio mondiale di escalation in caso di adesione dell’Ucraina alla Nato, processo che la stessa Alleanza ha collocato, nell’ambito…

17 Lug 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »
Testata registrata presso il tribunale di Roma, autorizzazione n. 34/2012 del 13 febbraio 2012
Edito da Tecnè S.r.l - Partita Iva: 07029641003
Accedi | Disegnato da Tecnè Italia