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Quando la digitalizzazione è un problema anche dei giovani

La didattica a distanza, al momento inevitabile, ha molti ostacoli sia dalla parte dei professori che degli studenti

di Redazione

La bozza del decreto legge sulla scuola, in discussione in Consiglio dei ministri, prevede, nel caso in cui l’attività didattica non riprenda entro il 18 maggio, che l’esame di Stato conclusivo di terza media venga sostituito con la valutazione finale da parte del consiglio di classe in aggiunta ad una tesina dello studente.  

Oltre a non modificare il calendario didattico – si rispetteranno le festività pasquali -, la bozza prevede l’obbligo della didattica a distanza, fino ad oggi solo consigliata, per rendere possibile la fine dell’anno senza lacune per gli studenti.

Nonostante scuole, docenti e studenti si stiano adattando alla digitalizzazione forzata, la scuola smart è un problema in un paese come l’Italia, poco connesso: il nostro paese è al ventiquattresimo posto fra i 28 stati dell’Unione Europea nel ranking dell’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società del 2019.

Il problema è che la poca preparazione digitale non riguarda solo i professori, ma anche gli studenti: secondo il report dell’Istat, lo scorso anno, nonostante il 92,2% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni abbia usato internet nei 3 mesi precedenti l’intervista, meno di uno su tre può vantare alte competenze digitali, nello specifico il 30,2%, mentre il 3% non ha alcuna competenza digitale e circa i due terzi presentano competenze digitali di base.

Essere “nativi digitali” infatti non implica possedere le conoscenze tecnologiche di base. Come emerge dal report, praticamente tutti usano internet, soprattutto i più giovani sono considerati madrelingua rispetto al linguaggio digitale e all’utilizzo di tablet e smartphone, ma sono meno preparati sulle competenze digitali “tradizionali” come Word o Excel. Più che le competenze sono anche i mezzi a ostacolare in alcuni casi la didattica a distanza:  negli anni 2018-2019, il 12,3% dei ragazzi tra 6 e 17 anni non ha un computer o un tablet a casa mentre il 57% lo deve condividere con la famiglia. Condividere un solo device in famiglia con più componenti diventa un problema nel momento in cui anche i fratelli devono seguire lezioni e fare i compiti o in molti casi quando si deve condividere il pc anche con i genitori in smart working.

Secondo i dati Istat del 2019, poi, quasi il 24% delle famiglie non disponeva di accesso a internet e il 25% della banda larga e questo è un ostacolo sia per alunni che per insegnanti. Le soluzioni messe in campo per la didattica a distanza sono molteplici, le diverse piattaforme, le classi virtuali, le lezioni registrate, che sembrano funzionare bene: secondo un’indagine di Studenti.it, solo il 12,9% dei ragazzi continua a studiare esclusivamente sui libri, e il 17,5% utilizza materiale didattico fornito dalla scuola e l’11% reperisce materiale online autonomamente, mentre un 7,8% si appoggia ai video che trova su YouTube. Quasi la metà degli studenti, però, utilizza tutti questi strumenti insieme: libri, materiale didattico trovato online, approfondimenti forniti dai docenti e video.

 

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