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I vantaggi dello smart working secondo gli italiani

Sebbene sia stata una misura forzata, in molti casi piace alle aziende e ai lavoratori, tanto che il 35% di questi ultimi continuerebbe a svolgere il proprio lavoro in questa modalità anche dopo l’emergenza

di Redazione

Oltre il 55% degli italiani la mattina continua ad “andare a lavoro” secondo la fotografia delle attività economiche dell’industria e dei servizi privati di fine marzo fornita dall’Istat. Secondo l’Istituto, infatti, poco più della metà della forza lavoro, nonostante il lockdown, continuano la propria attività lavorativa, senza contare i lavoratori che stanno lavorando in smart working.  

Il dato dei lavoratori italiani ancora in attività è quindi relativamente alto considerando che a causa del coronavirus circa due milioni di italiani hanno trasformato la propria casa in ufficio, applicando così lo smart working imposto dal governo, quando possibile.

Le “reazioni a caldo” rilevate da un sondaggio condotto da Izi sono positive: l’80% degli italiani che lavora da casa giudica positivamente il telelavoro.

Dal sondaggio emerge che tra i vantaggi dello smart working il risparmio del tempo per raggiungere il posto di lavoro è sicuramente quello più apprezzato, seguono una maggiore flessibilità dell’orario di lavoro – un vantaggio secondo il 30% degli intervistati -, il risparmio economico delle spese di trasporto e pranzo – scelto dal 15% – e la possibilità di passare più tempo con la propria famiglia.  

Quelli che sono visti come i vantaggi maggiori dello smart working per alcuni sono in realtà anche le criticità più rilevanti per altri: il 23% dei lavoratori intervistati ha dichiarato di “non staccare mai” proprio per la mancanza di orari fissi, il 13,4% considera le distrazioni casalinghe come la famiglia o la tv un problema, mentre per il 7% è difficile gestire e pianificarsi il lavoro e per il 5% il problema è la complessità ad organizzare il proprio tempo.

Nonostante ci siano inevitabilmente anche aspetti negativi, il giudizio finale è positivo tanto che il 35% degli attuali smart worker sarebbe d’accordo a mantenere questa modalità anche una volta tornati alla normalità, il 57% sarebbe disponibile a una formula di lavoro agile parziale integrata con il lavoro in ufficio, mentre addirittura il 37% si dice disposto a rinunciare a parte del proprio stipendio pur di continuare a lavorare dalla propria casa.

Non solo i lavoratori, anche dal lato delle aziende nonostante l’adozione forzata, lo smart working è uno strumento soddisfacente:  secondo una ricerca di BVA-Doxa, che ha analizzato le reazioni di 300 industrie italiane durante la prima settimana di lockdown dal 9 al 16 marzo, il 90% di esse si dichiara soddisfatta dell’efficienza e dell’organizzazione dei lavoratori e il 39% delle società prevede che le modifiche apportate all’organizzazione della modalità di lavoro rimarranno anche dopo la fine dell’emergenza coronavirus.

 

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