Recovery Fund: i punti salienti dell’accordo
L’intesa è giunta dopo una trattativa estenuante al Consiglio europeo. Il compromesso tra paesi del Nord e paesi del Sud per il Fondo per la ripresa
di Redazione
Con fatica, ma alla fine l’accordo è stato raggiunto. I leader europei hanno così approvato, al termine di un’estenuante trattativa durata giorni, il piano straordinario da 750 miliardi di euro per aiutare i paesi più colpiti dalla crisi economica causata dalla pandemia di coronavirus. L’UE si è spaccata a causa dei cosiddetti “paesi frugali” – ovvero Olanda, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia – , ma l’ultima bozza proposta dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, pur mantenendo inalterato il volume complessivo dell’intervento (ribattezzato Next Generation EU), ha ridotto la quota dei trasferimenti, da 500 a 390 miliardi (cifra comunque al di sotto del compromesso proposto da Germania e Francia fissato a 400 miliardi), aumentando i prestiti, da 250 a 360 miliardi.
Quanto spetta all’Italia
Il meccanismo introduce alcune novità sostanziali, in quanto i soldi saranno raccolti sui mercati finanziari facendo, per la prima volta, debito in comune. L’Italia riceverà 208,8 miliardi di euro (la quota maggiore del Fondo) di cui 81,4 a fondo perduto e 127,4 miliardi di prestiti per le riforme da adottare secondo le raccomandazioni dell’UE.
Il “freno d’emergenza”
L’accordo prevede il “freno d’emergenza”, strumento grazie al quale uno Stato può chiamare in causa il Consiglio europeo nel caso il paese che beneficia del Recovery Fund non rispetti le scadenze e i tempi delle riforme. Non un vero e proprio “diritto di veto” sulle spese – così come era stato richiesto inizialmente dai paesi del Nord –, ma comunque una forma di controllo rispetto agli impegni presi con la Commissione europea. I soldi previsti saranno disponibili dalla primavera 2021 e i beneficiari dovranno ripagare le somme entro il 2027, dunque per la conclusione del settennio di bilancio UE.
L’accordo sul bilancio e gli sconti ai “frugali”
E proprio sul bilancio è stato trovato un secondo accordo, anch’esso piuttosto difficile. Il bilancio, dal valore complessivo di di 1.074 miliardi, è il frutto di un compromesso legato alle concessioni dei “frugali” nei confronti del Recovery Fund. In parole povere, i paesi del Nord sono riusciti ad ottenere sconti nelle quote dei contributi al bilancio. In questo modo alla Danimarca vanno 322 milioni annui di rimborsi, all’Olanda 1,921 miliardi (da 1,576 miliardi), all’Austria 565 milioni (da 287), alla Svezia poco più di un miliardo (da 823 milioni), mentre restano invariati i 3,67 miliardi della Germania.