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Un anno di coronavirus, gli effetti sul calcio

Anche il movimento calcistico ha subito le conseguenze (economiche) della pandemia: club in perdita e valore dei giocatori in discesa

di Giacomo Buttaroni

Daniele Faggiano, ds del Parma, che parla al cellulare sul manto erboso del Tardini, un pallone immobile inquadrato più volte dalla telecamera, in attesa di un verdetto dalla Lega: Parma-Spal, nonostante i 75 minuti di ritardo si gioca. Si continua poi con Dybala, che con un colpo di magia manda la Juventus sul 2-0 nella sfida contro l’Inter e corre verso la panchina per abbracciare i suoi compagni nel deserto dello Stadium. Queste sono le ultime immagini di 365 giorni fa, quando la pandemia da coronavirus entrava a far parte delle nostre vite, coinvolgendo anche il mondo del calcio, cambiandolo e rivoluzionandolo.

L’8 marzo è stato l’ultimo giorno in cui il calcio si è mostrato nella versione che noi tutti conoscevamo, poi il vuoto per 103 giorni, fino a quando non si è potuti tornare in campo. Ma il ritorno non è stato come lo si immaginava all’inizio dello scoppio della pandemia. Al rientro delle squadre in campo, infatti, non c’era un pubblico caloroso ad accoglierle, bensì uno stadio vuoto in silenzio, quasi surreale, ma soprattutto la paura che tutto potesse stopparsi da un momento all’altro. Dopo quello stop di 103 giorni ripresero anche le coppe europee, ma con una novità particolare: partite secche su campo neutro, compresa le due finali di Champions ed Europa League. Ma con l’arrivo della nuova stagione si sperava in un graduale ritorno alla normalità e invece gli stadi sono ancora vuoti, le squadre sono costrette a seguire delle norme di sicurezza per tutelare i calciatori e tutti gli addetti ai lavori. Ma ovviamente tutto ciò ha avuto un forte impatto anche sulle casse delle società.

Stando ad un analisi condotta da KPMG Football Benchmark, che ha calcolato gli effetti a breve termini della pandemia da Covid-19, prendendo in considerazione i maggiori sei campionati europei e le sue rispettive squadre più importanti, emerge che dal 2016 al 2020 la media di 32 club europei analizzati aveva avuto una crescita del 10,9% annuale del loro valore d’impresa. A causa della pandemia, questa è venuta meno e l’ECA (Associazione dei Club Europei), ha stimato una perdita di cinque miliardi di euro in materia dei ricavi, escluso l’impatto dei trasferimenti di mercato, e ben sei miliardi sul risultato finale. Nel dettaglio, il Porto ha registrato il calo maggiore rispetto ai ricavi operativi e ha registrato 87,3 milioni di ricavi, -50% rispetto allo scorso anno.

Chi ha sofferto il colpo più forte in termini assoluti è stato il Psg, che con utile operativo di 540 milioni di euro, ha fatto registrare perdite di 95,4 milioni, con un calo del 15% rispetto allo scorso anno. Perdite importanti anche per la Juventus (-62,2 milioni, ovvero il 13% in meno sui ricavi operati del 2019). Meno grave il calo del Bayern Monaco che è riuscito a fare il triplete vincendo Champions, Bundesliga e Coppa di Lega, facendo registrare un calo dei ricavi operativi del solo 3%. Ma a registrare il record utile operativo è il Real Madrid (681,2 milioni di euro) nonostante un calo dell’8%, così come il Liverpool che però ha vantato un ricavo operativo di 557 milioni.

Entrando nel dettaglio dei dati, a causare le perdite più grosse per ogni club, sono state gli incontri annullati o disputati a porte chiuse, che hanno ovviamente portato meno incassi. Chi ha perso di più in questo senso è stato il Real Madrid, con una diminuzione di 34,9 milioni e con un calo del 22% su base annua. La Juve, invece, ha perso 21,9 milioni, con un calo del 31% rispetto al 2019. Date tutte queste perdite, i club hanno dovuto fare anche i conti con i costi del personale: Bayern e Juventus sono state le uniche ad aver avuto successo nel ridurre i costi (6% e 13%), dopo aver concordato i tagli allo stipendio. Il personale del Real Madrid è aumentato del 4% (411 milioni). Ma a registrare le crescita maggiore è stato il Psg, pari al 10%.

Nell’ambito della redditività dei club, se nel 2019 tutti i club erano riusciti a registrare un profitto al netto delle tasse, solo Bayern Monaco e Juventus hanno riportato un guadagno modesto (rispettivamente 5,9 milioni e 0,3). Pesa sul Psg l’interruzione della Ligue 1 rispetto agli altri campionati, con il club parigino che ha riportato una perdita di 125,8 milioni. Stando ai dati forniti, anche il valore dei 500 giocatori più preziosi del continente è diminuito del 9,6% tra l’inizio della pandemia e l’ultima sessione di mercato, ovvero quella di gennaio 2021. L’effetto del coronavirus ha stravolto anche il calciomercato, come confermato anche nella finestra estiva, dove le transazioni sono diminuite del 43% rispetto al mercato 2019 e con una spesa di 3,3 miliardi di euro contro i 5,8 dell’anno precedente.

Per quanto riguarda le altre squadre italiane, la Roma è stata quella a far registrare la perdita maggiore (204 milioni di euro), seguita dal Milan (194,6) e Inter (103). Perdite inferiori invece per Lazio e Napoli (rispettivamente 15,8 milioni e 19). 

 

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