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Voto in Germania, quali scenari

La locomotiva d’Europa rallenta e adesso il possibile stallo politico dopo le elezioni del 26 settembre interessa da vicino Bruxelles

di Redazione

Sarà una coalizione “semaforo” della Spd con i Verdi e i liberali dell’Fdp, oppure un’alleanza “Giamaica” tra conservatori della Cdu-Csu, con Verdi e liberali? L’incertezza del voto tedesco restituisce un quadro, se possibile, ancora più incerto. Per la prima volta dal Dopoguerra i due maggiori partiti – che al momento escludono un’ipotetica grosse Koalition – sono sotto il 30%. Se per i socialdemocratici si tratta comunque di una vittoria, considerato il recupero di consensi degli ultimi mesi, per la Cdu ormai “orfana” di Angela Merkel (ma la cancelliera resterà al timone della Germania finché non verrà trovata una soluzione allo stallo politico), è certamente un ridimensionamento. Entrambi i leader dei due schieramenti, Olaf Scholz (Spd) e Armin Laschet (Cdu), si dichiarano pronti a governare. Serviranno alcune settimane, con ogni probabilità, per sciogliere il nodo sulla coalizione di governo.

In Germania si vota per rinnovare il Bundestag, non c’è dunque l’elezione diretta del cancelliere. Il presidente federale propone un candidato sul quale i deputati si esprimono con voto segreto. L’elezione avviene se il candidato ottiene la maggioranza assoluta dei voti in Parlamento. Se ciò non avviene, allora il Bundestag può eleggere un cancelliere federale a maggioranza dei suoi componenti entro quattordici giorni dalla votazione. Altrimenti, si procede con una nuova elezione in cui viene designato colui che ottiene il maggior numero di voti. Se c’è una maggioranza che lo sostiene, il presidente federale lo nomina entro sette giorni. In caso contrario, il presidente federale, sempre entro sette giorni, deve nominarlo o sciogliere il Bundestag. 

La “locomotiva d’Europa” che è arrivata all’appuntamento elettorale del 26 settembre da qualche tempo è un po’ meno locomotiva del solito. La crescita tedesca sta rallentando e, soltanto pochi giorni fa, l’istituto IFO ha abbassato le stime dal 3,3% al 2,5% per l’anno in corso. Non solo. Il sentiment nell’economia tedesca ha registrato una nuova battuta d’arresto, la terza consecutiva Si tratta della terza caduta consecutiva, con l’indice di fiducia delle imprese che si è attestato a 98,8 punti dai 99,6 di agosto (dato rivisto da 99,4) risultando inoltre al di sotto del consensus che stimava una discesa fino a 98,9 punti. In peggioramento anche l’indice sulle condizioni attuali, che si posiziona a 100,4 punti dai 101,4 punti precedenti, risultando inferiore ai 101,8 attesi dagli analisti. Il tasso di disoccupazione è previsto in calo dal 5,6% al 5,1%, ma le dinamiche internazionali frenano l’industria manifatturiera, mentre risale il settore dei servizi. Nel 2023 il Pil è atteso dall’IFO in crescita dell’1,5% dopo il rimbalzo poco superiore al 5% stimato nel 2022.

Lo stop politico tedesco, poi, non preoccupa solo il fronte interno, ma anche in chiave europea, qualora le trattative per raggiungere un accordo di governo dovessero prolungarsi oltre la fine dell’anno (Scholz conta di diventare cancelliere entro Natale, ma lo scenario non è così scontato). In particolare a Bruxelles si osserva la situazione di Berlino soprattutto in vista del dibattito sul Patto di stabilità e sulle regole che dal 2023 torneranno in vigore su debito e deficit, e, infine, il Green Deal. 

 

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