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Scuola: l’anno scorso in presenza il 72% della didattica

Lo rivela un rapporto dell’Indire sull’impatto della pandemia sulle pratiche didattiche e organizzative delle scuole italiane

di Redazione

Un rapporto dell’Indire – l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa del Ministero dell’Istruzione – ha tracciato un bilancio dello scorso anno scolastico cercando di capire l’«impatto della pandemia sulle pratiche didattiche e organizzative delle scuole italiane», analizzando l’andamento della didattica influenzata inevitabilmente dall’evolversi della situazione epidemiologica nel Paese.

Interessanti i risultati. Durante lo scorso anno scolastico – il primo, dopo il lockdown generalizzato che aveva costretto le scuole ad adottare la didattica a distanza come unica modalità di insegnamento –, c’è stato un parziale ritorno alle lezioni in presenza nel rispetto delle misure anti-contagio: secondo lo studio, realizzato coinvolgendo un campione di 2.546 docenti (non di sostegno) assunti a tempo indeterminato, il 72,1% della didattica è stata svolta in presenza, seppur accompagnata comunque dalle lezioni ibride, da casa o alternate.

La maggior parte degli insegnanti interpellati ha sperimentato con frequenza la didattica a distanza (68,6%) mentre circa la metà ha optato per la didattica ibrida (48,2%) e quella alternata (45,2%).

La pandemia ha imposto dei cambiamenti. Ciò vale anche in ambito scolastico: la didattica a distanza è una prova evidente. Eppure il primato del libro di testo non sembra essere stato intaccato.

Nella scuola primaria, il 53,9% dei docenti l’ha utilizzato «sempre» e il 39,7% «spesso». Quote analoghe sono state rilevate tra gli insegnanti della scuola secondaria di primo grado – 49,3% «sempre», 38,5% «spesso» – e secondaria di secondo grado: 46,8% «sempre» e del 38,4% «spesso».

Non mancano comunque gli insegnanti che sfruttano le opportunità offerte dalla tecnologia. Specie tra i docenti della scuola primaria: oltre al libro di testo, tra le risorse didattiche usate dalla maggioranza di quest’ultimi, ci sono anche i contenuti digitali, espansioni digitali dei libri di testo, contenuti scansionati provenienti da altri libri di testo, contenuti digitali auto-prodotti per le lezioni, contenuti provenienti da fonti informali, contenuti provenienti da spunti educativi offerti da webinar o altre iniziative di formazione.

 

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