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La Commissione UE rivede al ribasso le stime di crescita per l’Italia

Caro energia e variante Omicron sono alcuni dei fattori che incideranno sulla performance dell’economia italiana e dell’Eurozona per il 2022

di Redazione

Nelle previsioni di inverno, la Commissione europea ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per quest’anno del Prodotto interno lordo italiano e dell’Eurozona. Che complessivamente comunque ha raggiunto i livelli precedenti alla pandemia nel terzo trimestre del 2021 (un traguardo che sarà superato da tutti gli Stati membri dell’Unione europea entro la fine dell’anno).

Le stime, dunque: secondo la Commissione UE, l’economia italiana dovrebbe crescere del 4,1% su base annua – a novembre le stime prevedevano un incremento del 4,3% – è stata rivista invece al rialzo la crescita del PIL del 2021 (al +6,5%) e confermata quella dell’anno prossimo (+2,3%).

«L’economia italiana ha chiuso il 2021 su basi solide, tornando quasi ai livelli del periodo pre-crisi. La domanda interna è destinata a rimanere il pilastro principale della espansione economica, con il Piano per la ripresa e la resilienza che aumenta gli investimenti», ha detto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, commentando le previsioni economiche invernali.

Meno ottimiste anche le previsioni di crescita dell’Eurozona: +4% nel 2022 (da +4,3%).

Diversi i fattori che hanno inciso, a partire dall’aumento dei casi di coronavirus dovuto alla variante Omicron – più contagiosa delle precedenti varianti –, e dall’incremento dei prezzi dell’energia mentre le tensioni geopolitiche nell’Europa orientale contribuiscono ad aumentare l’incertezza.

«Le previsioni di breve termine sono oscurate dalla prolungata interruzione di forniture e dal brusco aumento dei prezzi dell’energia. Si prevede che l’erosione del potere di acquisto e l’attenuazione della fiducia dei consumatori scalfiscano la crescita reale nel breve periodo. Ci si aspetta che l’attività economica riguadagni slancio nel secondo trimestre e continui ad espandersi nella seconda parte dell’anno», osserva il rapporto della Commissione europea.

Una ventina di giorni fa era stato l’FMI, il Fondo monetario internazionale, ad abbassare le stime del Prodotto interno lordo dell’Eurozona: +3,9% quest’anno, in calo dello 0,4% rispetto alle precedenti previsioni.

 

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