Wwf: «Dal 1970 distrutto il 69% delle fauna selvatica»
Dal 1970, le popolazioni di anfibi, mammiferi, pesci, rettili, uccelli sono diminuite mediamente del 69%, a livello globale. Lo denuncia il Living Planet Report curato dal Wwf, che monitora circa 31 mila popolazioni di 5.230 specie di vertebrati, sottolineando che in alcune parti del mondo, in America Latina e nei Caraibi, la perdita di fauna selvatica ha toccato il 94%. «Ci aspettiamo un ambizioso accordo» capace di invertire la perdita di biodiversità, ha aggiunto il Wwf, lanciando un appello in vista della COP15, la quindicesima Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica, che si terrà dal 7 al 19 dicembre a Montreal, in Canada. «Una doppia emergenza, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, minaccia il benessere delle generazioni attuali e future», ha commentato il direttore generale del Wwf Internazionale, Marco Lambertini, aggiungendo che «il Wwf è estremamente preoccupato da questi nuovi dati – aggiunge Lambertini – che mostrano un calo devastante delle popolazioni di fauna selvatica, in particolare nelle regioni tropicali che ospitano alcune delle aree più ricche di biodiversità al mondo». Spulciando i dati emerge che, complessivamente, come gruppo di specie, il calo maggiore riguarda le popolazioni d’acqua dolce monitorate, diminuite mediamente dell’83% a causa della perdita di habitat e delle barriere alle rotte migratorie.