L’Eurozona sta andando verso la recessione tecnica
A lanciare l’allarme è il Fondo Monetario Internazionale. S&P Global segnala una nuova contrazione dell’attività economica dell’area.
di Redazione
Questo inverno oltre la metà dei paesi nell’area euro sperimenterà una recessione tecnica, con almeno due trimestri consecutivi di crescita negativa. È l’allarme lanciato dal Fondo Monetario Internazionale, secondo il quale questa previsione riguarderà anche Italia e Germania, «che avranno tre trimestri consecutivi di contrazione a partire dal terzo trimestre del 2022».
A conferma del trend c’è anche Standard&Poor’s Global, attraverso la stima flash dell’indice PMI, sceso a 47.1 punti a ottobre dai 48.1 di settembre: il valore più basso in quasi due anni. Secondo l’analisi, «a guidare questa contrazione è stato il manifatturiero, i cui livelli produttivi sono diminuiti per il quinto mese e ad un tasso di ribasso mai visto da luglio 2012, ad eccezione del periodo pandemico. Anche l’attività terziaria è crollata e per il terzo mese consecutivo, segnando un valore di contrazione mai visto da maggio 2013, escludendo di nuovo i periodi di chiusure per pandemia».
Commentando i dati, il Chief Business Economist di S&P Global, Chris Williamson, ha anticipato che «l’economia dell’eurozona pare sia destinata a contrarsi durante il quarto trimestre, aggiungendo speculazioni di una sempre più inevitabile recessione». «Se l’aumento del costo della vita resta la causa principale del rallentamento economico – ha aggiunto -, la crisi energetica dell’eurozona rimane la preoccupazione principale e un freno per l’attività, specialmente nei settori ad alta».
Nell’eurozona, si legge poi nell’analisi la Germania ha continuato a registrare la contrazione più elevata, con un PMI composito crollato a 44.1, il valore più basso da maggio 2020 e, escludendo la pandemia, il più debole da giugno 2009. Il manifatturiero e terziario tedesco hanno entrambi registrato tassi di contrazione maggiori e più veloci.
Allo stesso tempo in Francia la produzione è entrata in stallo, con il PMI composito a 50.0 da 51.2 di settembre, rappresentando quindi il primo mese in cui la produzione non è aumentata da marzo 2021. A controbilanciare il forte declino, sebbene moderato, del manifatturiero è stata la modesta espansione dell’attività terziaria.
Nelle altre nazioni dell’eurozona, la produzione è diminuita per il secondo mese consecutivo, riportando il crollo più rapido da gennaio 2021 e, se escludiamo il periodo pandemico, da giugno 2013. Il modesto declino dell’attività terziaria si è unito ad un forte calo della produzione industriale.