Così il quadro economico internazionale a inizio 2023
Il PMI globale sui nuovi ordinativi all’export di gennaio, dice l’Istat, si è collocato al di sotto della soglia di espansione, suggerendo che la domanda mondiale potrebbe continuare a scendere
di Redazione
Lo scenario internazionale a inizio 2023 è caratterizzato da una generalizzata moderazione delle pressioni inflazionistiche, dovuta al calo dei prezzi dei prodotti energetici, che alimenta le attese di un più graduale aumento dei tassi di interesse nei principali paesi. È quanto scrive l’istat nella consueta Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana, nella parte relativa allo scenario internazionale. La quotazione del Brent a inizio anno, seppure in risalita (83,1 dollari al barile da 80,9 a dicembre), è rimasta decisamente inferiore alla media dello scorso anno (99,8 dollari al barile) e i listini del gas naturale europeo hanno registrato una forte flessione 20,2 $/mmbtu (36 $/mmbtu a dicembre e 40,3 la media 2022). Lo sviluppo dell’economia mondiale, come risulta dalle più recenti previsioni del Fondo Monetario Internazionale, è in rallentamento e resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso legati all’evoluzione del conflitto tra Russia e Ucraina e a un possibile riacutizzarsi dei contagi da Covid-19.
A novembre, prosegue l’Istat, il commercio internazionale di beni in volume è diminuito del 2,5% rispetto al mese precedente (-1,4% a ottobre) e le prospettive continuano a peggiorare. Il PMI globale sui nuovi ordinativi all’export di gennaio si è collocato, per l’undicesimo mese consecutivo, al di sotto della soglia di espansione, suggerendo che la domanda mondiale potrebbe continuare a scendere nei prossimi mesi.
Il Pil cinese nel quarto trimestre ha segnato una variazione nulla in termini congiunturali (+3,9% nel terzo trimestre), portando il dato annuo al 3%, il risultato peggiore degli ultimi 40 anni (con l’esclusione del 2020). La crescita moderata è stata dovuta principalmente alle misure di distanziamento sociale molto rigorose messe in atto nel paese per contenere la diffusione del Covid-19. Le attese per l’economia cinese restano moderatamente positive, come segnalato dai PMI Caixin dei servizi e della manifattura che a gennaio sono tornati rispettivamente sopra e nei dintorni della soglia di espansione.
Negli Stati Uniti, il Pil nel quarto trimestre ha registrato una variazione positiva (+0,7%) in termini congiunturali, in marginale decelerazione rispetto al trimestre precedente (+0,8%, +2% il dato medio per il 2022). Il risultato è stato la sintesi di una stabilizzazione di consumi e investimenti e di un rallentamento delle esportazioni nette. Nonostante i dati positivi sull’inflazione, che sembra avere segnato definitivamente un’inversione di tendenza, la fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a gennaio è diminuita (107,1 da 109 di dicembre), con un peggioramento delle aspettative per il breve termine.
Nell’ultima parte dell’anno, il Pil nell’area dell’euro ha decelerato allo 0,1% in termini congiunturali (+0,3% nel terzo trimestre, +3,5% il dato per il 2022). A livello nazionale, il prodotto interno è cresciuto dello 0,2% in Spagna, dello 0,1% in Francia ed è diminuito dello 0,2% in Germania. I dati preliminari diffusi dagli istituti di statistica nazionali suggeriscono una generale debolezza di consumi e investimenti e un apporto ancora positivo delle esportazioni nette, che potrebbe però essere legato principalmente a un calo delle importazioni. A inizio anno, l’inflazione nell’area euro ha rallentato all’8,5% (+9,2% a dicembre). È accelerato marginalmente invece l’indice al netto di energia e alimentari freschi, al 7% dal 6,9% precedente. La stima preliminare non include il dato tedesco (+8,7% dato nazionale, +9,2% IPCA), la cui pubblicazione è stata posticipata, che potrebbe modificare il dato complessivo per l’area. Alla fine del 2022, il mercato del lavoro euro si è stabilizzato: il tasso di disoccupazione a dicembre è rimasto al 6,6% per il terzo mese consecutivo.