La spesa italiana per la protezione dell’ambiente
Solo la gestione dei rifiuti è costata complessivamente oltre 22 miliardi di euro, mentre quella per le acque reflue quasi dieci miliardi.
di Redazione
L’Istituto nazionale di statistica ha reso disponibili sul proprio sito (nella sezione data warehouse I.Stat) i conti relativi alle spese per la protezione dell’ambiente nel corso del periodo 2016-2020. Si tratta di un conto, specifica l’Istat, che misura quanto spendono famiglie, imprese e Amministrazioni Pubbliche per acquistare servizi di protezione dell’ambiente, l’ammontare degli investimenti sostenuti da chi vende servizi di protezione ambientale e tutte le spese sostenute per realizzare attività in proprio.
Secondo le rilevazioni, nel corso 2020 per la protezione dell’ambiente sono stati spesi in totale 43,1 miliardi di euro, di cui quasi 22 miliardi dalle società, 11,4 miliardi dalle amministrazioni e 9,7 miliardi dalle famiglie. Tra le voci che rientrano nei conti calcolati dall’Istat, ci sono quelle relative alla protezione dell’aria e del clima (per poco più di un miliardo di euro), alla protezione e risanamento del suolo, delle acque del sottosuolo e delle acque di superficie (4,5 miliardi), all’abbattimento del rumore e delle vibrazioni (272 milioni). Alla protezione della biodiversità e del paesaggio sono stati destinati 3 miliari, mentre alla protezione dalle radiazione, alla ricerca e sviluppo e ad altre attività collegate sono andati 2,2 miliardi.
Tuttavia, la voce di spesa più onerosa è quella relativa alla gestione dei rifiuti, per un totale di 22,1 miliardi nel 2020. In questo caso le società hanno speso 11,7 miliardi, la Pa 3,5 miliardi e le famiglie 6,8 miliardi. Piuttosto elevata anche la spesa per la gestione delle acque reflue, per la quale sono stati spesi complessivamente quasi dieci miliardi, di cui 6,1 miliardi dalle società, 1,1 miliardi dalla Pubblica amministrazione e 2,6 dalle famiglie.