Così il quadro economico internazionale
Lo scenario resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e rischi al ribasso, osserva l’Istat
di Redazione
Lo scenario internazionale – sono le osservazioni al riguardo dell’Istat sulla consueta Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana – resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e rischi al ribasso, che si sono accentuati nel più recente periodo per il sorgere di turbolenze sui mercati finanziari innescate dalla crisi di una banca statunitense. Si inizia a profilare, prosegue l’Istat, un percorso di rientro dell’inflazione più lungo del previsto, che potrebbe portare all’adozione di politiche monetarie più restrittive. Le pressioni inflazionistiche a febbraio, nei principali paesi, hanno continuato a ridursi frenate dal calo dei listini delle materie prime energetiche. La quotazione del Brent e del gas naturale europeo sono diminuite ulteriormente, toccando rispettivamente gli 82,7 dollari al barile (da 83,1 di gennaio) e 16,5 $/mmbtu (da 20,2 $/mmbtu). Diversamente, l’inflazione di fondo sembra, con poche eccezioni, aumentare o comunque restare su livelli storicamente elevati nonostante il minore dinamismo della domanda globale. A dicembre, aggiunge ancora l’Istat, il commercio internazionale di beni in volume è sceso per il terzo mese consecutivo (-0,9% rispetto al mese precedente), portando la crescita media per il 2022 a 3,2%. I principali indicatori congiunturali suggeriscono, inoltre, che la ripresa sperimentata dagli scambi internazionali nell’ultimo biennio potrebbe essersi esaurita. Il PMI globale sui nuovi ordinativi all’export di febbraio, sebbene in lieve aumento, si è collocato, per il dodicesimo mese consecutivo, al di sotto della soglia di espansione.
Cina
Per quanto riguarda la Cina, l’Istat osserva che dopo un 2022 particolarmente deludente a causa delle chiusure amministrative legate al Covid e ai problemi del settore immobiliare, nei primi mesi di quest’anno le prospettive per l’economia hanno mostrato segnali di miglioramento. L’indice PMI manifatturiero Caixin a febbraio si è collocato sopra il 50 per la prima volta in sei mesi, con un aumento diffuso tra le componenti. Il PMI dei servizi, invece, già sopra la soglia di espansione ha continuato a salire.
Stati Uniti
Negli Stati Uniti, le condizioni del mercato del lavoro continuano a essere molto favorevoli con un tasso di disoccupazione a febbraio in aumento, ma ancora sui minimi storici (+3,6% da +3,4% a gennaio) e occupati in crescita più delle attese. Questi dati associati ai valori ancora molto elevati dell’inflazione di fondo potrebbero anticipare un percorso di aumento dei tassi di interesse ufficiali meno graduale nei prossimi mesi, con possibili effetti depressivi sulla crescita economica. La fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board a febbraio è calata per il secondo mese consecutivo con un miglioramento delle condizioni correnti più che compensato dal peggioramento delle aspettative.
Eurozona
Nell’ultima parte dell’anno, rende noto l’Istat, il Pil nell’area euro si è stabilizzato in termini congiunturali, in decelerazione rispetto ai trimestri precedenti (+0,4% tra luglio e settembre, +0,6% e +0,9% rispettivamente nei primi due trimestri) a sintesi di un contributo negativo di consumi privati e investimenti fissi e di uno positivo di spesa pubblica, scorte ed esportazioni nette. Nel complesso il Prodotto interno lordo dell’area ha raggiunto un livello del 2,4% superiore a quello degli ultimi tre mesi del 2019. L’inflazione complessiva dell’area euro a febbraio è calata marginalmente, all’8,5% (8,6% il mese precedente), mentre è cresciuta ancora la componente di fondo al netto di energia, alimentari e tabacchi, toccando un nuovo massimo al 5,6% in accelerazione dal 5,3% del mese precedente. A gennaio, le condizioni del mercato del lavoro sono rimaste favorevoli con occupazione in crescita e tasso di disoccupazione stabile al 6,7%, e le vendite al dettaglio in volume hanno ripreso ad aumentare sebbene con una dinamica congiunturale modesta (+0,3%). Le indagini della Commissione europea a febbraio hanno mostrato un marginale peggioramento, con l’indice composito Economic Sentiment Indicator (ESI), sceso a 99,7 da 99,8. La stabilizzazione della fiducia è stata la sintesi di un calo dell’indice per industria e servizi associato a un miglioramento per il commercio al dettaglio e i consumatori. Il sentiment è rimasto invariato nelle costruzioni. Nel dettaglio nazionale l’ESI è diminuito in Spagna (-2) e Francia (-1,5) e si è stabilizzato in Germania (+0,1) e Italia (0,0).