Lavoro: il settore terziario traina la ripresa dell’occupazione
Tra il 2020 e il 2022 il 76,4% della nuova occupazione è venuta dai servizi, tuttavia la pandemia ha colpito soprattutto le piccole unità produttive e il lavoro autonomo
di Redazione
Il settore terziario quale volano per la ripresa dell’occupazione. Qualche numero a dimostrarlo. Su oltre diciassette milioni di occupati regolari registrati a giugno 2022, più di undici milioni riguardano proprio il terziario di mercato, per una quota pari al 64,5%. A dirlo è Terziario e lavoro, l’osservatorio realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio, presentato a Roma il 18 aprile 2023 alla ventiduesima edizione del Forum I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000. Se rispetto a due anni prima la crescita dell’occupazione assoluta – aggiunge Confcommercio – è stata di quasi due milioni di unità, più dei tre quarti (il 76,4%) appartiene allo stesso terziario di mercato.
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C’è però un aspetto non trascurabile relativo al confronto con la situazione nel 2019. Spiega infatti l’ufficio studi di Confcommercio che l’occupazione totale non ha completamente recuperato i livelli pre pandemici (in termini di unità di lavoro a tempo pieno siamo a quasi 23 milioni e 900 mila lavoratori rispetto a poco più 24 milioni e 100 mila) e tale il deficit è attribuibile proprio al terziario di mercato (-2,8%). Tuttavia la pandemia ha colpito soprattutto le piccole unità produttive e il lavoro autonomo: a fronte della crescita di quasi 1,4 milioni dei lavoratori dipendenti nel terziario di mercato tra il 2020 e il 2022, il numero di lavoratori indipendenti nelle attività terziarie è risultato inferiore di quasi 27 mila unità, un calo che si registra in particolare nelle professioni e nei trasporti.
Per quanto riguarda il numero di dipendenti per impresa, il rapporto evidenzia che nel terziario è pari a 8,8 (era 8,2 nel 2020, +7,5%) contro gli 11,4 del resto dell’economia. In fondo alla “classifica” troviamo il piccolo commercio alimentare con 3,3 dipendenti per impresa, in testa l’aggregato “Altri trasporti e logistica” con 30,4. Al netto delle attività stagionali, si scopre poi che nel 2022 il 70,2% degli occupati nel terziario di mercato aveva un contratto a tempo indeterminato contro il 73,7% del complesso dell’economia. In più va anche osservato che nelle attività stagionali, caratterizzate da fermo produttivo per diversi mesi l’anno, il 44% dei contratti è, comunque, a tempo indeterminato. Il recupero dell’occupazione dopo la pandemia trainato dal terziario si deve in particolare alle donne (53%), nove su dieci delle quali assunte tra il 2020 e il 2022 lavora nei servizi. Non è un caso – osserva a tale proposito Confcommercio – che la quota di occupazione dipendente femminile nel terziario di mercato sia pari al 50,8%, mentre nelle altre attività economiche sia ferma al 27%.
Nel rapporto si fa riferimento anche alla mancanza di manodopera, soprattutto nei settori legati al turismo. Se nel 2023 si osservasse una crescita delle presenze del 15,3% rispetto al 2019 (oltre 500 milioni, più di 60 milioni in più sul 2019), l’Ufficio Studi stima che occorrerebbero 280 mila nuovi lavoratori nei soli settori dell’alloggio e ristorazione rispetto allo scorso anno.