Commercio estero extra UE, a marzo export in calo
Più ampia la diminuzione congiunturale per le importazioni. Il surplus commerciale è il più elevato da oltre 30 anni
di Redazione
A marzo 2023, l’Istat stima, per l’interscambio commerciale con i paesi extra UE27, una diminuzione congiunturale per entrambi i flussi, molto più ampia per le importazioni (-12,9%) rispetto alle esportazioni (-4,6%). La diminuzione su base mensile dell’export è spiegata soprattutto dal calo delle vendite di beni di consumo non durevoli (-11,9%). In forte contrazione le esportazioni di energia (-27%) mentre aumentano quelle di beni di consumo durevoli (+2,7%) e, in misura contenuta, di beni strumentali (+0,7%) e beni intermedi (+0,3%). Dal lato dell’import, si rilevano ampie diminuzioni congiunturali per tutti i raggruppamenti.
Nel primo trimestre 2023, spiega l’Istat, rispetto al trimestre precedente, l’export aumenta dell’1,3%, trainato in particolare dalle maggiori vendite di beni di consumo non durevoli (+9,2%). Nello stesso periodo, l’import segna una netta riduzione congiunturale (-19,2%), generalizzata e più marcata per energia (-29,8%). Su base annua, invece, l’export cresce del 6,6% (da +17,2% di febbraio). A esclusione di energia (-19,9%), osserva l’Istituto nazionale di statistica, la crescita riguarda tutti i raggruppamenti ed è più sostenuta per beni strumentali (+10,6%) e beni di consumo non durevoli (+8,2%). L’import registra una flessione tendenziale del 28,1%, cui contribuisce la contrazione degli acquisti di tutti i raggruppamenti e, in particolare, di energia (-35,8%) e beni intermedi (-30,4%).
Nel periodo di riferimento, inoltre, il saldo commerciale con i paesi extra UE27 è positivo e pari a +8.455 milioni (-793 milioni a marzo 2022). Il deficit energetico (-5.326 milioni) è inferiore rispetto a un anno prima (-8.546 milioni) mentre l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, pari a 13.780 milioni, è elevato e in forte aumento rispetto a marzo 2022 (7.753 milioni). A marzo 2023, l’export verso paesi MERCOSUR (+28%), Cina (+26,3%), Turchia (+25,4%), paesi ASEAN (+20%) e Stati Uniti (+9,3%) è in aumento in termini tendenziali; per contro, si riducono le vendite verso Giappone (-9,8%), Svizzera (-9,3%), Regno Unito (-7,9%) e paesi OPEC (-3,6%). Le importazioni da tutti i principali paesi partner extra UE27 sono in forte calo su base annua. Le flessioni tendenziali più ampie riguardano gli acquisti da Russia (-91,7%) e Cina (-34,4%).
«A marzo, dopo due mesi di crescita – è il commento dell’Istat che accompagna la nota –, l’export verso i paesi extra UE27 segna una riduzione su base mensile dovuta principalmente alla contrazione delle vendite di beni di consumo non durevoli. L’import, in calo da settembre dello scorso anno, registra un’ulteriore riduzione congiunturale, spiegata per circa due terzi dai minori acquisti di energia e beni intermedi, favorevolmente condizionati dai ribassi dei relativi prezzi. Su base annua, la crescita dell’export rallenta mentre l’import segna una drastica discesa, geograficamente diffusa, cui contribuisce principalmente l’ampia flessione degli acquisti di energia e beni intermedi. Il surplus commerciale con i paesi extra UE27, sostenuto dal forte avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, è molto ampio (il più elevato da oltre trent’anni)».