Così la produzione di libri in Italia nel 2022
L’ISTAT registra un aumento dell’offerta editoriale. A diminuire, però, sono i lettori. La lettura su cartaceo rimane la preferita
di Redazione
«Nel 2022 aumentano sia i titoli pubblicati (+1,3% rispetto al 2021) sia le tirature (+1,7%). Cresce la quota di mercato dei libri per bambini, ragazzi e fumetti». Lo rende noto l’ISTAT, l’Istituto nazionale di statistica, registrando un leggero calo della quota di lettori: nell’ultimo anno, il 39,3% della popolazione con più di 6 anni ha letto «almeno un libro» per motivi «non strettamente scolastici o professionali». Un dato in diminuzione rispetto al 2021 (40,8%).
Il formato cartaceo resta quello preferito dai lettori: il 69,9% legge «solo libri cartacei». Il resto utilizza «solo e-book o libri on line» (12,4%) o «ascolta solo audiolibri» (0,5%).
Nel 2022, gli editori attivi hanno pubblicato 86.174 opere librarie a stampa, con una tiratura complessiva di poco più di 198 milioni di copie stampate. Il numero sale a 102.987 titoli, se si includono anche quelli pubblicati sempre dagli stessi editori esclusivamente in formato e-book, e quelli auto-pubblicati dagli autori stessi, sia avvalendosi dei servizi per il self-publishing offerti dalle piattaforme, sia autonomamente. L’ISTAT la definisce «una produzione ragguardevole», sottolineando che mediamente sono stati pubblicati 282 titoli al giorno, «cioè 12 l’ora, con un rapporto di 1,7 titoli pubblicati ogni 1.000 abitanti».
Resta elevata la quota di editori che dichiara una percentuale di invenduto compresa tra il 26 e il 59% delle copie distribuite, pari complessivamente al 44,9% del totale (42,9% grandi editori, 42,7% medi, 53,8% piccoli, 41,8% micro editori).
Causando un rialzo dei costi della bolletta energetica, nel 2022 il difficile contesto internazionale ha avuto ripercussioni anche sul comparto editoriale. Che ha registrato un incremento dell’incidenza del prezzo dei costi di tipografia, stampa e confezionamento sul prezzo finale di copertina dei libri in formato cartaceo, cresciuta mediamente del 6,8% rispetto al 2020. L’aumento «di tale voce di costo è mediamente più elevato per i grandi editori (+9,7 punti percentuali), vista anche la mole di tiratura da essi prodotta, rispetto agli altri (micro editori +7,5 punti percentuali, piccoli editori +7,2, medi editori +7,4)», sottolinea l’ISTAT.
Insieme al calo delle vendite (28,1%) e alla chiusura delle librerie indipendenti (7,6%), gli alti costi di stampa dovuti proprio al rialzo del prezzo della bolletta energetica (22,9%) è tra «i fattori che avrebbero determinato la diminuzione del fatturato gli editori», «in lieve peggioramento rispetto al 2021»: il 46,1% ha dichiarato un calo del proprio fatturato», Tra questi, il 24,6% ha dichiarato una riduzione non superiore a un quarto del fatturato, il 14,2% un calo tra il 25% e il 50% mentre per il 7,3% la riduzione è stata pari o superiore alla metà del fatturato dell’anno precedente.