Hamas: «Prima un cessate il fuoco, poi il rilascio di ostaggi»
Hamas prova a dettare le regole. L’esponente del gruppo palestinese, Ghazi Hamad, ha confermato in una dichiarazione ad al-Jazeera la contrarietà ad uno scambio di ostaggi in cambio di una tregua temporanea. «Israele – è dunque la posizione di Hamas – prenderà la carta degli ostaggi e dopo questi comincerà un nuovo round di uccisioni di massa e di massacri contro il nostro popolo». Hamad ha poi aggiunto che in caso di cessate il fuoco permanente, ritenuto la priorità, l’organizzazione sarebbe disponibile a elaborare «un grande compromesso». Nelle ultime ore era emersa la possibilità, di cui aveva parlato anche il presidente israeliano, Isaac Herzog, di una nuova pausa umanitaria, così da concedere un più agevole ingresso a Gaza degli aiuti e facilitare il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Ma Israele ha anche più volte ribadito che la guerra ha come obiettivo la distruzione Hamas, motivo per cui è impossibile sostenere al momento l’ipotesi di un cessate il fuoco definitivo. Mentre si attende il voto del Consiglio di sicurezza dell’Onu sul tema – rinviato per favorire le trattative con gli Stati Uniti sulla formula da adottare (gli Usa avevano già posto il veto su una risoluzione analoga) –, il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, ha iniziato una missione che lo vedrà impegnato nelle prossime ore in Egitto e Giordania, nel tentativo di trovare sponde sulla sua proposta di «cessate il fuoco sostenibile».