Così la partecipazione politica in Italia
Una panoramica attraverso i dati Istat alla vigilia di un anno particolarmente importante dal punto di vista elettorale
di Redazione
Il 2024 sarà un anno importante in termini elettorali, in molte parti del mondo. Dalla nostra prospettiva l’appuntamento più stringente è quello di giugno, con le elezioni europee. Ma si voterà anche in Russia (a marzo), nel Regno Unito (quasi certamente in primavera), in India, in Messico e, soprattutto, negli Stati Uniti il 5 novembre. Rimanendo però all’Italia, l’impegno di giugno 2024 diventa il pretesto utile per capire in che modo si sviluppa la partecipazione politica nel nostro paese.
In questo senso ci viene in soccorso l’Annuario statistico 2023 dell’Istat, di recente pubblicazione. Come spiega l’Istituto, «la partecipazione politica è un fenomeno multidimensionale che si esprime attraverso forme di coinvolgimento dirette e indirette. Si partecipa attivamente alla vita politica andando a comizi, partecipando a cortei, sostenendo finanziariamente un partito o svolgendo attività gratuita per un partito. L’interesse verso la cosa pubblica si esprime indirettamente attraverso attività come parlare di politica, informarsi di politica o ascoltare dibattiti politici. Queste forme risultano essere più diffuse delle prime».
Nel 2022, spiega l’Istat, il 62,8% delle persone di 14 anni e più parla di politica. Il 33,1% almeno una volta a settimana, mentre il 29,7% ne parla qualche volta al mese o meno frequentemente. Il 70,1% si informa dei fatti della politica italiana, il 52,7% almeno una volta a settimana, il 17,4% qualche volta al mese o meno frequentemente. L’ascolto di dibattiti politici è meno diffuso e coinvolge l’11,8% della popolazione di 14 anni e più.
La partecipazione diretta alla vita politica è un’esperienza che riguarda gruppi di popolazione più ristretti, afferma però l’Istat. Nel 2022, il 3,2% di 14 anni e più ha partecipato a cortei e appena lo 0,6% ha svolto attività gratuita per un partito politico. Tra questi due valori si collocano la partecipazione a comizi (il 2,6%) e il sostegno finanziario a un partito. Le differenze di genere si avvertono sia nella partecipazione diretta che in quella indiretta, con gli uomini che appaiono più interessati delle donne. Ad ogni modo, dice l’Istat, gli uomini che si informano dei fatti della politica italiana almeno una volta a settimana costituiscono il 58,3%, rispetto al 47,5% delle donne; quelli che ascoltano dibattiti politici il 14% contro il 9,6% delle donne).
Tuttavia c’è da registrare anche il trend inverso. Secondo l’Istat, infatti, il 28,4% delle persone di 14 anni e più non si informa mai dei fatti della politica italiana (il 24% tra gli uomini e il 32,6% tra le donne). Coloro che non si informano mai di politica nel 64,4% dei casi indicano il disinteresse tra i motivi prevalenti della mancata informazione e nel 23,1% dei casi la sfiducia nei confronti della politica italiana. L’8,6% considera la politica un argomento troppo complicato, mentre il 6,9% dichiara che non ha tempo da dedicarvi. La mancanza di interesse – aggiunge allora l’Istat – è diffusa in tutta la popolazione, con percentuali di gran lunga superiori alla media tra adolescenti e giovani. La sfiducia nella politica, invece, aumenta al crescere dell’età, con punte più elevate tra i 55 e i 74 anni, per poi diminuire tra le persone più anziane.