Corruzione, Italia al quarantaduesimo posto nella classifica di Transparency International
Quarantaduesimo posto. Questo il gradino occupato dall’Italia della graduatoria di Transparency International che classifica i Paesi – sono 180 quelli presi in considerazione, ogni anno – in base alla percezione della corruzione. Se si considerano invece solo i Paesi membri dell’Unione europea, l’Italia si piazza al diciassettesimo posto su 27. Le carenze normative sul conflitto di interessi nei rapporti tra pubblico e privato, la mancanza di una disciplina in materia di lobbying ed la recente soppressione del registro dei titolari effettivi per arginare il fenomeno dell’anti-riciclaggio sono, secondo Transparency International, i fattori che incidono negativamente sulla performance del nostro Paese, che ha ottenuto 56 punti (inciso necessario: il punteggio, calcolato attraverso l’uso di 13 strumenti di analisi e alcuni sondaggi che coinvolgono un campione di esperti, va da 0, alto livello di corruzione percepita, a 100, basso livello di corruzione percepita). In cima alla classifica, troviamo la Danimarca, con 90 punti. A seguire, Finlandia (87 punti), Nuova Zelanda (85), Norvegia (84), Singapore (83), Svezia e Svizzera, entrambi con 82 punti. Somalia (11 punti), Venezuela, Siria e Sud Sudan (13) e lo Yemen (16) occupano invece la coda della classifica.