L’economia cresce dello 0,2% nel quarto trimestre 2023, +0,6% in termini tendenziali
La crescita è spiegata soprattutto dagli investimenti, dalla domanda estera netta e dalla spesa delle amministrazioni pubbliche, osserava l’Istat
di Redazione
Nel quarto trimestre del 2023, il Prodotto Interno Lordo (PIL), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, ha registrato un incremento dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. La crescita congiunturale del Pil diffusa il 30 gennaio 2024 – sottolinea l’Istat, che ha diffuso la nota – era stata dello 0,2% mentre quella tendenziale era stata dello 0,5%. Il quarto trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al quarto trimestre del 2022. La variazione acquisita per il 2024 è pari a +0,2%, in lieve rialzo rispetto alla precedente stima del +0,1%.
Per quanto riguarda i principali aggregati della domanda interna, i consumi finali nazionali sono diminuiti dello 0,9% rispetto al trimestre precedente, mentre gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 2,4%. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute rispettivamente dello 0,2% e dell’1,2%.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,2 punti percentuali alla crescita del PIL, a causa del contributo negativo dei consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private, pari a -0,8 punti percentuali. D’altro canto, gli investimenti fissi lordi e la spesa delle amministrazioni pubbliche hanno contribuito positivamente alla crescita del PIL, con rispettivamente 0,5 e 0,1 punti percentuali. Anche la domanda estera netta ha dato un contributo positivo, pari a 0,4 punti percentuali, mentre la variazione delle scorte non ha avuto alcun impatto.
Infine, si sono registrati andamenti negativi del valore aggiunto nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-0,3%) e nei servizi (-0,1%), mentre l’industria ha registrato una crescita dell’1,1%, trainata da un forte incremento nelle costruzioni.
«La stima completa dei conti economici trimestrali – è il commento dell’Istat che accompagna la nota – conferma la crescita congiunturale dello 0,2% dell’economia italiana nell’ultimo trimestre del 2023 rispetto alla stima preliminare di fine gennaio. In termini tendenziali, la crescita è risultata dello 0,6%, in lieve rialzo rispetto allo 0,5% registrato in via preliminare. La crescita è spiegata soprattutto dagli investimenti, dalla domanda estera netta e dalla spesa delle Amministrazioni pubbliche che hanno fornito contributi positivi pari rispettivamente a 0,5, 0,4 e 0,1 punti percentuali. Per contro, i consumi delle famiglie e delle ISP hanno sottratto 0,8 punti percentuali alla crescita del Pil, mentre il contributo della variazione delle scorte è risultato nullo. Tra le componenti dell’offerta, in crescita dell’1,1% il valore aggiunto dell’industria, per via del forte incremento delle costruzioni cresciute del 4,7%, mentre sono in lieve calo sia l’agricoltura, sia i servizi. In crescita dello 0,8% sono risultate le ore lavorate, dello 0,5% le posizioni lavorative, dello 0,6% le unità di lavoro e dello 0,4% i redditi pro-capite».