Social media, la crescita di TikTok negli Usa (e in Italia)
Una panoramica sulla famosa piattaforma cinese dopo la decisione Usa e il rischio ban
di Redazione
È notizia di ieri, giovedì 13 marzo 2024, che la Camera dei rappresentanti ha approvato negli Stati Uniti una legge che impone all’azienda proprietaria di TikTok, la cinese ByteDance, di vendere l’app entro sei mesi. Se non lo farà, il social subirà un ban e sarà perciò vietato ai 170 milioni di utenti oltreoceano. La convinzione è che il servizio rappresenti gravi rischi per la sicurezza nazionale, ritenendolo un “ponte” di informazioni sensibili per le autorità di Pechino. Non è la prima volta che TikTok finisce sotto la lente d’ingrandimento negli Stati Uniti, ma ora sembra essere arrivati ad un punto di svolta. La Cina non ha preso bene la decisione. Curioso, allora, diventa capire come e in che modo gli utenti americani potrebbero aver accolto la notizia.
TikTok non è il primo social media negli Stati Uniti, ma è quello che ha registrato la crescita più rapida negli ultimi anni. La possibilità di condividere online, in diretta o no, video in formato verticale – lo stesso che è stato poi implementato in Instagram per contrastare la diffusione del rivale cinese – è alla base della notorietà di molti creator, di fatto il motivo principale per cui il social network riscuote tanto successo. Secondo un rapporto del Pew Research Center diffuso all’inizio di quest’anno, un terzo degli adulti statunitensi (33%) afferma di utilizzare la piattaforma, in aumento di 12 punti percentuali rispetto al 2021 (21%). Anche se poi è una piccola parte di utenti – rilevava l’istituto in un altro momento – ad essere responsabile della produzione della maggior parte dei contenuti. In altre parole il 25% di quanti su TikTok negli Stati Uniti è più prolifico in termini di volume di post, genera il 98% di tutti i video accessibili alle audience. Inoltre, in soli tre anni, la percentuale di statunitensi che affermano di ricevere regolarmente notizie attraverso TikTok è più che quadruplicata, passando dal 3% nel 2020 al 14% nel 2023. Un dato quest’ultimo particolarmente interessante alla luce dei recenti sviluppi della campagna elettorale: da qualche tempo anche il presidente Joe Biden ha un suo account sul social.
Riguardo il ban che gli Stati Uniti potrebbero adottare ai danni della piattaforma, non stupisce allora il cambio di rotta. A fine 2023, la quota di coloro che si dichiarano a favore della sospensione è scesa in pochi mesi, cioè da marzo dello scorso anno, dal 50% al 38% di oggi.
I problemi di TikTok non risiedono esclusivamente negli Stati Uniti, ma anche in Europa. In Italia l’Antitrust l’ha sanzionato per dieci milioni di euro poiché «risultano inadeguati i controlli della società sui contenuti che circolano sulla piattaforma, in particolare quelli che possono minacciare la sicurezza di soggetti minori e vulnerabili». A ottobre 2023, la stessa azienda riferiva di aver raggiunto in Italia i 19,7 milioni di utenti che utilizzano TikTok ogni mese.