Immobiliare, nel 2024 si prospetta un mercato ancora debole
Secondo Nomisma, le compravendite di immobili ad uso residenziale saranno 695 mila, contro le 710 mila del 2023, per diminuire ulteriormente nel corso del biennio successivo
di Redazione
Prosegue la fase di rallentamento del settore immobiliare. Quasi la metà (47,5%) degli operatori contatti da Nomisma, infatti, per il consueto Osservatorio si aspetta una nuova diminuzione delle compravendite immobiliari nel 2024, mentre una quota leggermente inferiore si aspetta una sostanziale stabilità. Solo l’8,2% prevede invece una ripresa dei volumi nel corso dell’anno. Secondo le stime dell’ufficio studi, nell’arco dei dodici mesi le compravendite di immobili ad uso residenziale dovrebbero attestarsi a 695 mila, contro le 710 mila dello scorso anno. Nel 2025 e nel 2026 sono stimate nuove diminuzioni, rispettivamente a 689 mila ed a 682 mila.
In attesa che la prospettiva economica si faccia più nitida, si legge nel Rapporto, «il mercato immobiliare italiano restituisce segnali di ulteriore indebolimento. Il progressivo incremento dei tassi di interesse, unito alla ritrovata selettività del ceto bancario, hanno bruscamente interrotto un meccanismo che pareva destinato ad accrescere in maniera costante anche le aspirazioni più fragili».
Una componente chiave per misurare l’andamento del settore è quella creditizia: «l’elevato costo del denaro – spiega Nomisma – ha fatto sì che la quota di compravendite assistita da mutuo si sia ridotta dal 48,4% del 2022 al 39,9% del totale degli acquisti del 2023. Le difficoltà di accesso al mercato della compravendita hanno favorito un potenziale spostamento di interesse della domanda verso l’affitto, che rispetto allo scorso anno è cresciuta di tre punti percentuali». Basti pensare che sono poco meno di 50mila i nuclei famigliari che nel 2023 hanno rinunciato ad acquistare casa preferendo l’affitto.