Sanità, dal 2020 sono andati persi oltre 32mila posti letto
Nel periodo compreso tra il 2020 e il 2022 negli ospedali italiani s’è verificata un’emorragia di posti letto: -32.500 unità. Lo denunciano le 75 sigle del Fossc, il Forum delle società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani, invitando il governo ad «una grande riforma strutturale, con provvedimenti urgenti per salvare il servizio sanitario e mantenerne il carattere universalistico». Preoccupano anche i numeri in calo dei medici – in oltre 11mila hanno abbandonato le strutture pubbliche – e dei nosocomi: in un decennio ne sono stati chiusi 95 (9%). Pochi sono i soldi destinati alla Sanità, purtroppo: il Fossc riferisce che nel 2024 il finanziamento del Fondo sanitario nazionale si attesta solo al 6,4% rispetto al Prodotto interno lordo, come indicato nel Def, il Documento di economia e finanza, con la previsione di un’ulteriore calo al 6,3% nel 2025 e 2026, fino al 6,2% nel 2027. Al netto dell’inflazione, quest’anno risulta addirittura una diminuzione delle risorse pubbliche per la sanità del 6,2% sul 2021. Una tendenza «preoccupante visto che l’Ocse per i Paesi che investono poche risorse in sanità come l’Italia auspica un investimento di almeno l’1,4% in piu’ sul Pil 2021, pari a un aumento annuo di ben 25 miliardi», conclude il Fossc.