Ambiente, il 2022 l’anno più caldo per i capoluoghi di regione dal 1971
Secondo l’Istat nel periodo 1971-2022 la temperatura media annua mostra una tendenza alla crescita e nell’ultimo decennio si rilevano i valori più alti finora registrati
di Redazione
Quali sono i profili climatici delle città capoluogo di regione italiane? L’Istat ha risposto alla domanda nel report Temperatura e precipitazione anni 1971-2022, pubblicato in occasione della 50° Giornata Mondiale dell’Ambiente delle Nazioni Unite, osservando come il 2022 sia stato l’anno più caldo. Esaminato l’insieme dei capoluoghi di regione, analizza dunque l’Istat, nel periodo 1971-2022 la temperatura media annua mostra una tendenza alla crescita e nell’ultimo decennio si rilevano i valori più alti finora registrati.
Dunque, confrontati i valori annuali con il valore climatico del trentennio 1981-2010 (Normale Climatologica CLINO), le anomalie annuali di temperatura media – rileva l’Istat – segnano un punto di svolta a fine anni ’80 e dal 1997 sono sempre positive (tranne 2005 e 2010). Le anomalie più alte si registrano a partire dal 2014, anno in cui la temperatura media raggiunge per la prima volta i 16°C, superando di circa +1,1°C il valore climatico 1981-2010 (corrispondente a 14,9°C) e di +1,5°C quello 1971-2000 (corrispondente a 14,5°C). Sono seguiti anni molto caldi (in particolare 2015 e 2018) con una temperatura media intorno ai 16°C. Il 2022 segna il valore di temperatura media più alto registrato dal 1971, pari a 16,6°C (+1,7°C rispetto al CLINO 1981-2010), confermando il trend di crescita di lungo periodo. Osservando i valori medi decennali, infatti, la temperatura media dei capoluoghi di regione passa dai 14,9°C del 1991-2000 ai 15,2°C del 2001-2010, fino ad arrivare a circa 15,8°C del 2011-2020 (segnando un’anomalia media di +1°C sul CLINO 1981-2010).
Con una temperatura media di circa 16,6°C, il 2022 – aggiunge, quindi, l’Istat – è l’anno più caldo dal 1971 per i capoluoghi di regione, segnando un picco di anomalia termica di +1,7°C rispetto al valore climatico 1981-2010, al quale risulta esposta una popolazione residente di poco superiore a 9,5 milioni di persone (pari al 16,1% della popolazione nazionale). Considerando anche le città metropolitane, la temperatura media dei 24 capoluoghi è circa 17°C. I primi dati raccolti da alcune stazioni meteorologiche, indicano che anche per il 2023 la temperatura media si colloca su livelli elevati, confermando il trend positivo registrato dal 1971. Nel 2022, le anomalie di temperatura media sono positive rispetto al CLINO 1981-2010 per tutti i capoluoghi di regione (superiori a +1,5°C per 14 di essi): in testa Roma (+2,7°C) e Milano (+2,5), seguite da Perugia (+2,3) e Torino (+2,1). Le anomalie più contenute si registrano per Ancona (+0,7°C), Palermo (+0,9) e Bari (+1). L’aumento della temperatura media è causato da rialzi di temperatura sia massima sia minima, rilevati per tutte le città (tranne L’Aquila). In valore assoluto, nel 2022, fra i capoluoghi di regione, la temperatura media è più alta per Palermo (circa 19,8°C), Cagliari (19,5) e Roma (18,7). Riguardo alla temperatura massima, i valori più elevati si registrano per Roma (24,8°C) seguita da Cagliari (24) e Palermo (23,1).
«La Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici di Dubai (2023) – ricorda inoltre l’Istat – ha confermato la necessità di contenere a +1,5°C l’aumento della temperatura media globale rispetto all’era pre-industriale (come definito nell’accordo di Parigi 2015). Nel Rapporto 2024 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite si ribadisce che solo attuando azioni urgenti per il clima, potrà essere garantito un futuro vivibile per tutti gli abitanti del Pianeta e uno sviluppo sostenibile. Le aree urbane, hotspot climatici, sono colpite in maniera rilevante dagli effetti negativi dei CC».