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Mercato del lavoro, nel primo trimestre 2024 occupazione in aumento

La crescita in termini congiunturali è di 75 mila unità (+0,3%). Il tasso di disoccupazione scende al 7,2%, ma quello di inattività 15-64 anni sale al 33,1%

di Redazione

Il primo trimestre del 2024 si apre con segnali incoraggianti per il mercato del lavoro italiano, anche se restano alcune criticità. Tuttavia i dati Istat mostrano una crescita congiunturale e tendenziale di diverse metriche chiave: l’input di lavoro, l’occupazione, il tasso di occupazione e le retribuzioni. L’occupazione è aumentata di 75 mila unità rispetto al trimestre precedente, con una crescita più marcata dei dipendenti a tempo indeterminato (+92 mila) e degli indipendenti (+32 mila). Il numero di disoccupati è invece diminuito di 55 mila unità, mentre il tasso di disoccupazione è calato al 7,2%. La crescita positiva si osserva anche in termini tendenziali, con un aumento di 394 mila occupati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In questo caso, la crescita è stata trainata dai dipendenti a tempo indeterminato (+3,1%) e dagli indipendenti (+1%), mentre il numero di dipendenti a termine è diminuito (-4,6%).

Foto di KOBU Agency su Unsplash

Entrando nel dettaglio del report Istat sul mercato del lavoro nel primo trimestre 2024, si sottolinea che l’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% rispetto al primo trimestre 2023. Nello stesso periodo il Pil ha registrato una crescita sia in termini congiunturali (+0,3%) sia in termini tendenziali (+0,7%). Gli occupati, si diceva all’inizio, aumentano in termini congiunturali di 75 mila unità (+0,3% rispetto al quarto trimestre 2023), a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+92 mila, +0,6%) e degli indipendenti (+32 mila, +0,6%) che ha più che compensato la diminuzione dei dipendenti a termine (-49 mila, -1,7%). Cala il numero di disoccupati (-55 mila, -2,9% in tre mesi) e aumenta quello degli inattivi di 15-64 anni (+37 mila, +0,3%). Simile la dinamica per i tassi, prosegue l’Istat: quello di occupazione raggiunge il 62% (+0,1 punti), quello di disoccupazione scende al 7,2% (-0,2 punti) e il tasso di inattività 15-64 anni sale al 33,1% (+0,1 punti). Nei dati provvisori del mese di aprile 2024, rispetto al mese precedente, si osserva un aumento degli occupati (+84 mila, +0,4%) e del relativo tasso (+0,1 punti) che si associa alla diminuzione del tasso di disoccupazione (-0,2 punti) e alla stabilità del tasso di inattività 15-64 anni.

L’occupazione nel primo trimestre 2024, aggiunge l’Istituto nazionale di statistica, cresce anche in termini tendenziali (+394 mila, +1,7% in un anno), coinvolgendo, pure in questo caso, i dipendenti a tempo indeterminato (+3,1%) e gli indipendenti (+1%); i dipendenti a termine invece diminuiscono (-4,6%), insieme ai disoccupati (-123 mila in un anno, -5,9%) e agli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-233 mila, -1,9%). Tale dinamica si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+0,9 punti rispetto al primo trimestre 2023) e nella diminuzione dei tassi di disoccupazione e di inattività (-0,6 in entrambi i casi).

Dal lato delle imprese, l’Istat osserva la crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti, con un aumento pari allo 0,8%, di entità lievemente inferiore nella componente a tempo pieno (+0,7%) rispetto a quella a tempo parziale (+0,9%). In termini tendenziali la crescita delle posizioni dipendenti è più marcata, pari a 2,8% nel totale, lievemente superiore per i full time (+2,9%) rispetto ai part time (+2,6%). Le ore lavorate per dipendente aumentano in termini congiunturali (+0,6%) e, più lievemente, in termini tendenziali (+0,4%); aumenta il ricorso alla cassa integrazione (7,8 ore ogni mille ore lavorate). Il tasso dei posti vacanti diminuisce di 0,3 punti nel confronto congiunturale e di 0,2 in quello tendenziale. Su base congiunturale, il costo del lavoro per Unità di lavoro equivalente a tempo pieno (Ula) aumenta dello 0,1% e la crescita è di pari intensità per le retribuzioni e per i contributi sociali; in termini tendenziali l’aumento del costo del lavoro è più marcato, si attesta all’1,6%, ed è trainato – conclude l’Istat – in particolare dalla componente retributiva che aumenta di +1,8% a fronte di un aumento di +0,9% dei contributi sociali.

 

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