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Così il quadro economico internazionale

L’economia resta su un sentiero di espansione, nonostante le tensioni geopolitiche. Prospettive per il commercio mondiale in peggioramento

di Redazione

L’economia internazionale resta su un sentiero di espansione, sostenuta anche dalla decelerazione dell’inflazione e da condizioni ancora solide nel mercato del lavoro. Nel complesso, le previsioni per i prossimi mesi sono cautamente ottimistiche, ma caratterizzate da una significativa incertezza dovuta a diversi fattori, tra cui le persistenti tensioni geopolitiche e gli esiti delle elezioni in alcuni paesi e aree strategiche. Lo scrive l’Istat nella consueta Nota sull’andamento dell’economia italiana, nel paragrafo relativo al quadro economico internazionale.

Foto di Lorenzo Cafaro da Pixabay

Le prospettive per il commercio mondiale sono in peggioramento, spiega l’Istat: gli scambi internazionali di merci in volume, dopo un incremento congiunturale dello 0,4% nel primo trimestre, hanno continuato a crescere ad aprile (+1,5%, da -1,1% a marzo) trainati dalle esportazioni dei paesi asiatici e in particolare da quelle cinesi. Il PMI (Purchasing Managers Index) globale sui nuovi ordinativi all’export, che anticipa l’andamento del commercio mondiale dopo soli due mesi sopra la soglia di espansione, a giugno si è attestato nuovamente sotto il 50. Il processo di disinflazione prosegue, ma i prezzi delle materie prime energetiche hanno ripreso a crescere. Le quotazioni del Brent, che nel primo trimestre di quest’anno hanno segnato un prezzo medio di 83,1$ al barile, tra aprile e giugno sono salite in media a 84,9$, anche a causa degli effetti delle tensioni geo-politiche. Anche i listini del gas naturale, aggiunge l’Istat, hanno ripreso a crescere (76,8 e 81,1 l’indice di prezzo rispettivamente nel primo e secondo trimestre del 2024).

in Cina – entra nel dettaglio l’Istituto nazionale di statistica – la crescita è stata più forte del previsto, trainata principalmente dalle esportazioni del settore manifatturiero. La domanda interna e l’attività nei servizi hanno continuato invece a mostrare una certa debolezza, frenate dalla crisi del settore immobiliare e dalla bassa fiducia di consumatori e investitori privati. Si prevede che l’obiettivo di crescita del Pil reale per il 2024, fissato dal governo “attorno al 5%”, venga raggiunto. Nei primi cinque mesi del 2024 l’inflazione al consumo cinese in termini tendenziali è rimasta vicina allo zero.

L’attività economica è ancora molto dinamica negli Stati Uniti. Nonostante un rallentamento nel primo trimestre 2024 (+0,4% su base congiunturale, dal +0,8% del quarto trimestre 2023) – prosegue l’Istat –, il Pil statunitense ha continuato ad espandersi, sostenuto dai consumi delle famiglie e dagli investimenti privati. Sebbene l’inflazione abbia raggiunto il suo picco a metà del 2022, i dati della prima metà del 2024 (l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto del +3,3% a maggio) non mostrano ancora un calo rapido verso il target della banca centrale. Questo scenario suggerisce che la Federal Reserve potrebbe avviare un allentamento della politica monetaria solo verso la fine dell’anno, con un unico taglio atteso dai mercati nel 2024. 

Passando all’Eurozona, l’Istat osserva che nell’area dell’euro il processo disinflazionistico è proseguito: 2,5% l’incremento dell’indice dei prezzi al consumo a giugno, dal 2,6% del mese precedente. Dopo la prima riduzione dei tassi di riferimento a giugno, le attese dei mercati si sono indirizzate verso la possibilità che si verifichino altri due tagli da parte della BCE nella seconda metà dell’anno (uno per ciascun trimestre). Le prospettive di crescita per l’area euro sono comunque stabili. Le solide condizioni del mercato del lavoro e il calo dei prezzi (6,4% il tasso di disoccupazione a maggio) dovrebbero continuare a sostenere il potere d’acquisto e i consumi delle famiglie. L’attività economica dovrebbe essere, inoltre, trainata dagli investimenti finanziati dal programma Next Generation EU.

 

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