La popolazione globale raggiungerà il picco entro 60 anni
Lo prevede l’Onu, sostenendo che il valore massimo toccherà i 10,3 miliardi, un numero ridimensionato rispetto alle stime precedenti, a causa di diversi fattori, a partire dai bassi livelli di fertilità registrati in diversi Paesi, inclusa l’Italia
di Redazione
L’Onu, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, ha rivisto le previsioni di crescita della popolazione mondiale, anticipando il picco, che sarà raggiunto entro 60 anni, e ridimensionandolo. Secondo i dati contenuti nell’ultimo rapporto “World Population Prospects 2024”, gli abitanti della Terra passeranno dagli attuali 8,2 miliardi a 10,3 miliardi entro 60 anni, dopodiché il loro numero inizierà gradualmente a calare, fino a 10,2 miliardi entro la fine del secolo.
La revisione delle stime s’è resa necessaria a causa di diversi fattori. Ad esempio in alcuni Paesi il tasso di natalità è inferiore a quanto previsto in precedenza; in altre regioni ad alta fertilità invece si stanno registrano cali leggermente più rapidi; senza dimenticare i bassi livelli di fertilità in alcuni dei Paesi più grandi del mondo. Tipo la Cina, in particolare.
Secondo il report, a livello mondiale, le donne hanno in media un figlio in meno rispetto a 30 anni fa. In oltre la metà dei Paesi e aree, il numero medio di nati vivi per donna è inferiore a 2,1, ovvero il livello necessario affinché una popolazione si mantenga stabile senza migrazioni, e circa un quinto di tutti i Paesi, tra cui Cina, Italia, la Corea del Sud e la Spagna, hanno ora una fertilità “ultra bassa”, con meno di 1,4 nati vivi per donna.
Quello relativo al futuro demografico dell’Italia è un tema particolarmente importante. Specialmente considerando le proiezioni che prevedono tendenze in calo, difficilmente controvertibili. Secondo le stime dell’Istat, aggiornate al 2022, la popolazione residente è destinata a diminuire, gradualmente, passando da 59 milioni al 1° gennaio 2022 a 58,1 milioni nel 2030, a 54,4 milioni nel 2050 fino a 45,8 milioni nel 2080, pari a 13,2 milioni di residenti in meno rispetto a oggi.
Saremo di meno e mediamente più anziani, con inevitabili ripercussioni sul mondo del lavoro, della sanità e della previdenza sociale. Il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) passerà da circa tre a due nel 2022 a circa uno a uno nel 2050 e le persone di 65 anni e più potrebbero rappresentare il 34,5% del totale, secondo lo scenario mediano.