Cresce l’economia italiana nel secondo trimestre 2024
Rispetto al periodo precedente, l’Istat rileva un aumento dello 0,2%, in termini tendenziali dello 0,9%. La variazione acquisita per il 2024 è pari a 0,7%
di Redazione
Nel secondo trimestre del 2024, l’Istat stima che il Prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% in termini tendenziali. Il secondo trimestre del 2024 – ricorda ancora l’Istat – ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2023.
La variazione congiunturale, spiega l’Istituto nazionale di statistica, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e in quello dell’industria e di un aumento nel comparto dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2024 è pari a 0,7%.
«Nel secondo trimestre del 2024 – è il commento dell’Istat che accompagna la nota – l’economia italiana è cresciuta dello 0,2%, che rappresenta il quarto risultato positivo consecutivo dopo la lieve flessione del secondo trimestre 2023. Questa continuità della fase di espansione congiunturale, seppure di lieve entità, si accompagna a un rafforzamento del tasso tendenziale di crescita, pari allo 0,9%. Con questi risultati, la variazione acquisita del Pil per il 2024 si attesta allo 0,7%».
«L’attuale stima, di cui si sottolinea la natura provvisoria – aggiunge perciò l’Istat –, è dovuta alla crescita del settore terziario che fornisce, dal lato della produzione, un contributo positivo alla crescita del Pil, a fronte di contributi negativi fatti registrare sia da parte del settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia da parte dell’industria. Dal lato degli impieghi si registra un contributo positivo della domanda nazionale al lordo delle scorte e un contributo negativo della componente estera netta».