Venezuela, proteste e arresti dopo vittoria di Maduro
Proteste e arresti in Venezuela dopo le presidenziali di domenica. La proclamata vittoria di Nicolas Maduro viene contestata dall’opposizione (che ritiene di avere dati secondo cui sarebbe il proprio candidato, Edmundo Gonzalez Urrutia, il vincitore delle elezioni), ma intanto la polizia ha compiuto i primi arresti ai danni dei manifestanti scesi in strada nelle ultime ore contro il terzo mandato di sei anni del leader chavista. Le proteste si sono registrate nella capitale Caracas e in altre aree del paese come nello Stato di Miranda, nello Stato di Aragua e in quello di Falcon (dove è stata abbattuta una statua di Hugo Chavez). In alcuni casi gli scontri hanno provocato delle vittime, mentre Maduro, a sua volta, ha accusato l’opposizione di mirare ad un «colpo di stato». Problemi legati alle elezioni venezuelane si osservano anche sul fronte diplomatico. Il Venezuela ha infatti espulso gli ambasciatori di Argentina, Cile, Costa Rica, Perù, Panama, Repubblica Dominicana e Uruguay, con l’accusa di «interferenza». Al momento i governi di Brasile, Messico e Colombia non si sono congratulati con Maduro, in attesa di verifiche sull’esito elettorale. A riconoscere il risultato sono stati, tra gli altri, Cina, Russia, Iran e Cuba. Dubbi sulla regolarità del voto sono stati espressi subito anche dagli Stati Uniti. Washington non esclude la possibilità di valutare nuove sanzioni nei confronti di Caracas.