Eurozona: accelera l’attività, ma calano gli ordini
Il settore dei servizi continua a trainare l’economia europea, mentre il manifatturiero stenta ancora a ripartire
di Redazione
A metà del terzo trimestre dell’anno, l’attività economica del settore privato dell’eurozona continua a mostrare segni di espansione, seppur modesta. In particolare, ad agosto si è registrato un aumento della produzione, il più alto degli ultimi tre mesi, suggerendo un’accelerazione della crescita. Tuttavia, non tutti i segnali sono positivi: i nuovi ordini continuano a diminuire e il mercato del lavoro sembra stagnante, con l’ottimismo che scende ai livelli più bassi dell’anno. Inoltre, l’inflazione dei costi è rallentata ai minimi degli ultimi otto mesi, mentre i prezzi di vendita hanno visto il maggiore incremento da aprile.
L’indagine PMI evidenzia una divergenza tra i due principali settori monitorati. Da un lato, il settore terziario ha visto una robusta crescita, con il tasso di espansione più alto in quattro mesi, dall’altro, la produzione manifatturiera ha continuato a contrarsi significativamente, mantenendo un tasso di declino simile a quello di luglio, uno dei più alti del 2024.
Per quanto riguarda la domanda, il quadro è meno incoraggiante: i nuovi ordini hanno continuato a diminuire per il terzo mese consecutivo, sebbene a un ritmo leggermente meno marcato rispetto a luglio. La domanda estera, inclusa quella tra i diversi paesi dell’Eurozona, ha registrato un calo significativo, il più forte da febbraio, con ripercussioni anche sull’occupazione, che ha visto una lieve riduzione, interrompendo una fase di crescita durata sette mesi. Il calo dei nuovi ordini ha permesso alle aziende di gestire meglio il carico di lavoro, riducendo gli ordini inevasi.
Nel settore manifatturiero, la diminuzione della domanda ha portato a una riduzione degli acquisti di fattori produttivi, con una contrazione delle scorte e un’accelerazione dei tempi di consegna dei fornitori. Nonostante ciò, l’ottimismo sulle prospettive future è diminuito ai minimi del 2024, riflettendo una crescente incertezza sia in Germania e Francia che nel resto dell’eurozona.
Infine, sul fronte dei prezzi, sebbene l’inflazione dei costi sia rallentata, i prezzi di vendita hanno registrato un aumento, il più rapido in quattro mesi, con una particolare pressione sui servizi. Nel complesso, nonostante alcuni segnali di crescita, l’economia dell’eurozona mostra ancora diverse fragilità.