Lavoro: Italia ultima nell’UE per occupazione tra i neolaureati
Nel nostro paese il tasso di occupazione per questo segmento si attesta nel 2023 al 67,5%, molto al di sotto della media europea (83,5%)
di Redazione
Nell’Unione europea, l’Italia è il paese con il tasso di occupazione più basso tra i neolaureati. Un dato che deve invitare a riflessioni, perché racchiude una serie di problemi strutturali che riguardano tanto il mercato del lavoro (non sempre in grado di accogliere determinate conoscenze e nuovi saperi) quanto il collegamento tra mondo accademico e sbocco professionale. Secondo i dati Eurostat, pubblicati pochi giorni fa, in Italia il tasso di occupazione tra i neolaureati si attesta al 67,5%. Meglio di noi fanno anche Grecia (72,3%) e Romania (74,8%).
I numeri dell’Eurostat sono relativi al 2023, con l’istituto che rileva come l’83,5% dei neolaureati nell’UE risultasse occupato nell’anno di riferimento, segnando un aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al 2022 (82,4%). Il campione riguarda individui di età compresa tra 20 e 34 anni, che hanno completato i loro studi negli ultimi 1-3 anni a livelli di istruzione media o terziaria.
Il divario con l’UE, quindi, appare abbastanza elevato, tanto più che Il tasso di occupazione complessivo dei neolaureati risulta pari o superiore all’80% in 22 paesi dell’Unione. Malta è in testa con il 95,8%, seguita dai Paesi Bassi (93,2%) e dalla Germania (91,5%).
In generale, negli ultimi dieci anni, l’Eurostat ha osservato un aumento del tasso di occupazione tra i neolaureati. Nel 2013 era al 74,3% e da allora è in costante aumento. L’eccezione è stata il 2020, in buona parte a causa della pandemia (78,7%), quando è stata osservata una diminuzione di 2,3 punti rispetto al 2019 (81%). Nel 2023, afferma ancora l’Eurostat, si è registrato un divario di 9,6 punti percentuali nel tasso di occupazione dei neolaureati con titolo di studio terziario (87,7%) rispetto a quelli con titolo di studio medio (78,1%).